La moda al tempo delle aggregazioni: ma Carpi dov'è?

Non compaiono né il nome di Marco Marchi né la sigla di Eccellenze Italiane, nel servizio che l'inserto “Affari&Finanza” del quotidiano la Repubblica dedica al turbine di acquisizioni che, complice la pandemia, sta caratterizzando la moda e, più in generale, il segmento del lusso. Segno evidente che i livelli finanziari sui quali si stanno muovendo i colossi del settore appartengono a un'altra dimensione, rispetto alla strategia delle acquisizioni annunciata più volte dal fondatore di Liu Jo. Le operazioni, spiega nel servizio Sara Bennewitz, si susseguono di settimana in settimana, con Moncler che ha acquistato Stone Island; il fondo Carlyle che si prende il marchio di streetwear End, puntando ora a Etro conteso dall'altro fondo di private equity L Catterton della holding Lvmh di Bernard Arnault; la Exor della famiglia Agnelli che investe in Christian Louboutin e Shang Xia. A propria volta, la holding Otb di Renzo Rosso (Diesel) si è presa Jill Sander, mentre è lo stesso Giorgio Armani ha dichiararsi disponibile all'apertura a un nuovo partner. Griffe un tempo orgogliosamente gelose della propria indipendenza e autonomia sono oggi pronte ad alleanze, proprio perché alle aziende italiane serve un salto dimensionale per poter competere con i grandi conglomerati internazionali. Innovare, dotarsi di sempre più efficaci canali di vendita digitale, dotarsi di know how al di fuori delle proprie realtà tradizionali, conquistare le vetrine più belle nei migliori mall mondiali: tutto questo costa e induce anche i grandi a cercare risorse finanziarie che consentano loro di mantenere una posizione di rilievo nel panorama internazionale.