Dopo la forte frenata dovuta al Covid, si attende una ripresa superiore al 5 per cento nel 2021

Modena: una economia che spera nel futuro

I dati dell'osservatorio sull'economia e sul lavoro della Cgil in provincia di Modena

Una brusca frenata, quella dell'economia modenese negli ultimi anni e non solo a causa del Covid: già dal 2016 la tendenza dell'economia locale era al ribasso e la crisi pandemica ha soltanto accelerato (in modo "drammatico") alcuni fenomeni (calo dell'occupazione, cessazioni aziendali, calo demografico) che, solo in parte e solo su alcuni fronti, si sta lentamente recuperando. E' questo il quadro d'insieme proposto dall'edizione 2021 dell'Osservatorio sull'economia e il lavoro in provincia di Modena, commissionato all'Istituto Ricerche economiche e sociali (Ires) dalla Cgil di Modena e presentato questa mattina alla stampa.

Realizzata da Valerio Vanelli di Ires Emilia Romagna, il rapporto si basa sui dati ufficiali 2020 e registra puntualmente uno stato di fatto che solo negli ultimi mesi offre qualche spiraglio di miglioramento. Drastico calo del Pil in provincia (meno 9 per cento, più della media nazionale che si attesta al meno 8,9), con interi settori in forte sofferenza (in primis il tessile-abbigliamento e il commercio, se la cava l'edilizia), una vera ecatombe di aziende attive (erano 68 mila 700 nel 2008, sono 64 mila oggi), con una occupazione che tiene percentualmente solo grazie al blocco dei licenziamenti e all'aumento del numero degli "inoccupati" (soprattutto donne)  che anche a Modena e provincia hanno rinunciato a cercarsi un lavoro. Naturalmente alla Cgil preme fortemente il tema dell'occupazione e del blocco dei licenziamenti; lo hanno ribadito i responsabili sindacali nel presentare i dati della ricerca: "Ci deve essere una proroga del blocco dei licenziamenti che consenta di avere il tempo di strutturare una riforma degli ammortizzatori sociali comprensiva di politiche attive sul mercato del lavoro – ha sostenuto Manuela Gozzi, Segretria Generale Provinciale –, contratti dignitosi e formazione adeguata sono carte vincenti per sfidare l'attuale situazione".

La ricerca di Ires non si è fermata tuttavia ai soli dati economici: impressionanti i numeri che riguardano anche la denatalità. La provincia di Modena, al primo gennaio di quest'anno ha fatto segnare poco più di 706 mila residenti, dato in calo dopo anni di crescita. Si sono registrati molti più decessi degli anni precedenti (naturalmente a causa del Covid) ma anche un minor numero di immigrati e un minor numero di nuovi nati. La popolazione residente, nel periodo 2008-2020 è aumentata sì del 4,2 per cento (a Carpi del 6,8 per cento) ma si è profondamente modificata la composizione sociale : gli over 64enni sono aumentati del 25 per cento, gli over 74enni del 35 per cento, mentre fra i 18 e i 39 anni la popolazione si è fortemente ridotta. La relazione presentata dalla Cgil, tuttavia, si chiude con una "buona speranza", per dirla con le parole del redattore della ricerca, Valerio Vanelli: l'impatto economico dei fondi europei, la buona tenuta dell'export modenese e l'attenuarsi della pandemia (che già ha consentito un minimo di ripresa) inducono a confidare in una ripresa superiore al 5 per cento inizialmente prevista per quest'anno. Ma è naturalmente solo una speranza tutta da verificare nei prossimi mesi.

(nella foto: un momento della presentazione presso la sede Cgil di Modena)