Visibili i reperti custoditi da fine Ottocento ai Musei civici di Modena

Gli antichi Egizi tra il Nilo e il Secchia

Per chi ha voglia di esplorare il mondo, facendo un salto indietro nel tempo e nello spazio, senza però allontanarsi molto dal divano di casa, c’è tempo fino al 18 ottobre per riscoprire, poco distante dalle rive del Secchia il magico ed affascinante mondo dell’antico Egitto che Erodoto non a caso definì “dono del Nilo”. Fra le sponde del Secchia e quelle del Nilo è ancora visitabile presso le gallerie dei Musei civici di Modena, la piccola ma non per questo meno interessante raccolta egiziana che, sotto l’ombra della Ghirlandina, formatasi a fine Ottocento grazie ai lasciti di appassionati collezionisti e poi incrementata nel corso degli anni con nuove acquisizioni. Il nuovo allestimento, proposto dalla direzione dei Musei modenesi, sfrutta a fondo le nuove tecnologie espositive con ricostruzioni in tre D e filmati che documentano la più recente attività scientifica operata sui reperti e, in particolare, sulla piccola mummia di un bambino egiziano del periodo romano-ellenistico per il quale si è cercato di rendere di nuovo il volto dopo una tomografia completa del corpo mummificato. Una ottantina i pezzi che formano questa piccola raccolta egizia, pazientemente descritti ed annotati dai responsabili ottocenteschi delle raccolte civiche: si tratta di vasi canopi destinati a raccogliere il cuore e gli altri organi dei defunti soggetti a mummificazione, di piccole mummie di coccodrilli di pochi mesi, di altri oggetti rituali.

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