Online dal 19 maggio. In aumento gli espositori: da 36 a 40

Carpi, nuova edizione virtuale per Moda Makers

Con la speranza, da parte di organizzatori e imprenditori, che sia l’ultima in versione esclusivamente virtuale, si apre l’undicesima edizione di Moda Makers. La fiera carpigiana, che è stata pionieristica nel digitale (l’anno scorso ad aprile, in piena pandemia e molto prima di altri enti fieristici, l’organizzazione ha annunciato la realizzazione di una piattaforma ad hoc in sostituzione di quella in presenza al Carpi Fashion System Center, ndr) torna online per la terza volta dal 19 maggio con Moda Makers Digital.

Le difficoltà negli spostamenti internazionali dovute al perdurare della pandemia non permettono ai compratori stranieri (che sono il “bacino” principale della rassegna) di viaggiare e venire in Italia. Così, anche stavolta, le proposte della primavera-estate 2022 delle aziende del distretto saranno “esposte” online fino al prossimo autunno.

Nonostante il periodo difficile per tutto il settore, le imprese espositrici sono aumentate, arrivando a 40: quattro in più rispetto all’edizione che ha inaugurato lo scorso novembre. Tra queste, 23 appartengono al distretto locale e 17 provengono da fuori regione per un fatturato complessivo (nello sfortunato 2020) di circa 38,5 milioni di euro, 269 dipendenti, 1 milione e 800 mila capi prodotto e una presenza sui mercati stranieri che rappresenta il 44 per cento del volume d’affari complessivo.

Moda Makers Digital è organizzata dal Consorzio Expo Modena per conto di Carpi Fashion System, il progetto di sostegno alle aziende del distretto promosso da Cna, Lapam-Confartigianato, Confindustria Emilia, insieme a Comune di Carpi, Camera di Commercio di Modena e con il determinante contributo di Fondazione CR Carpi
 

Alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione (svoltasi su una piattaforma online), il vice sindaco Stefania Gasparini ha ribadito che il comparto del tessile-abbigliamento è tra i più colpiti dalla crisi dovuta al Covid, soprattutto le piccole e medie imprese della filiera. E ha lanciato un appello alle istituzioni. “Chiediamo che la Regione e il Governo tengano in considerazione le esigenze di tutta la filiera – ha affermato –. Per questo settore non basta rialzare la saracinesca, ci sono problemi di approvvigionamenti e di stagionalità. Vanno salvaguardati non soltanto i marchi, ma tutta la filiera che sta a monte e che è composta da tante micro e piccole aziende che forniscono un contributo importante ai territori sui quali operano, e che non possono essere lasciate sole in un momento così complesso”.

Federico Poletti, in rappresentanza della Fondazione CR Carpi, ha auspicato che “… la prossima edizione si possa svolgere in presenza, pur mantenendo lo strumento del digitale come supporto per dare visibilità alle aziende”, mentre Alessandro Rossi (Confindustria Emilia) ha riportato i dati di una recente ricerca condotta dalla sua associazione. “In termini assoluti, questa industria ha perso il 24 per cento di fatturato nel 2020 – ha dichiarato –. E’ necessaria una politica di investimenti per preservare tutta la filiera”.

Anche Gloria Trevisani, per conto di Cna, ha posto l’accento sull’importanza di tutelare la filiera. “Questo evento aiuta a mettere in luce le competenze delle singole aziende dietro le quali c’è il lavoro di laboratori e piccole imprese della subfornitura – ha detto –. Far conoscere i prodotti del nostro distretto significa sostenere l’economia del territorio e l’occupazione, che è prevalentemente femminile”.

Roberto Guaitoli (Lapam Moda) ha voluto sottolineare l’importanza di “… riuscire a mantenere i contatti con i clienti che si trovano dall’altra parte del mondo grazie allo strumento del digitale che andrà sicuramente mantenuto anche in futuro, nonostante la moda abbia anche bisogno di momenti di contatto”.

Dopo aver “dato i numeri” di questa edizione, Roberto Bonasi, presidente del Consorzio Expo Modena ha aggiunto: “Le aziende credono in Moda Makers, tanto che continuano a partecipare e, anzi, il loro numero aumenta. La versione digitale rappresenta una vetrina fondamentale, tanto più per le piccole e medie imprese, che mettendosi in rete si pubblicizzano a livello internazionale, aumentando la propria visibilità sui mercati stranieri”.
 

Le aziende partecipanti potranno far visionare i propri campionari di moda femminile in uno spazio virtuale creato per garantire l’esclusività e la riservatezza sia dell’espositore che dell’acquirente. Sono inoltre previsti diversi livelli di visibilità del campionario: saranno le imprese stesse a decidere quanti elementi della propria collezione mostrare a ogni singolo visitatore e potenziale cliente.

La parola è passata poi a due imprenditori del tavolo operativo. “Il sito è molto agevole e facile da utilizzare – ha commentato Fabrizio Stermieri (Maglieria Paola Davoli) –. E’ concepito per agevolare il rapporto diretto tra le aziende e i buyer, i quali, dopo un primo contatto, potranno interagire direttamente stabilendo prezzi, quantità minime di produzione e personalizzazione dei singoli capi attraverso una trattativa riservata. Abbiamo inoltre organizzato una sfilata virtuale alla quale hanno partecipato 12 aziende e che sarà pubblicata online”.

Accorato e incisivo l’intervento di Tamara Gualandi, titolare di Donne da Sogno. “Abbiamo una filiera unica al mondo che ha bisogno però di grande attenzione. Le ferite che la pandemia ha inferto al comparto sono molto profonde e necessitano di tempo per rimarginarsi. Da soli però non possiamo farcela e abbiamo bisogno dell’aiuto delle istituzioni – ha spiegato l’imprenditrice –: servono interventi per il sostegno dei consumi tramite, per esempio, l’abbassamento dell’Iva dei prodotti moda al 10 per cento, l’introduzione di bonus sugli acquisti e il sostegno all’occupazione che in questo settore è prevalentemente  femminile. La creatività e la manualità delle nostre maestranze sono un grande patrimonio del made in Italy e devono essere valorizzate. Perché, citando un famoso aforisma: le mani sporche di lavoro profumano di dignità”.