Guerra e mal d’Africa per l’amico degli alberi
Umberto, guardia forestale, un’esistenza condotta nel suo altopiano di Asiago prima di partire volontario per l’Africa italiana nel 1935, ritorna (“Non ci parve Italia finché non vedemmo il Vesuvio”) dopo dodici anni trascorsi fra guerre locali, guerra con gli Inglesi e prigionia in Rhodesia. Racconta al figlio e scrive i propri ricordi, ambientati tra Massaua, l’altopiano etiopico, Asmara, Adua, luoghi carichi di memorie, spesso tragiche, legate alla storia del colonialismo italiano. È lo spunto narrativo di “Prigioniero degli altipiani” (Milano 2019, 313 pagine, 15 euro), il libro che Roberto Franchini verrà a presentare alla libreria La Fenice di Carpi giovedì 7 aprile (ore 18,45). Giornalista, già direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione Emilia Romagna e presidente della Fondazione San Carlo nel 1998, Franchini è autore di diversi saggi di cultura e storia, oltre che di libri inchiesta sul razzismo, sui consumi culturali dei giovani, sulla storia del jazz a Modena. Dopo “L’ultima fotografia di Marx”, “Prigioniero degli altipiani” è il secondo libro di argomento più strettamente storico, sia pure in chiave memorialistica.