Un libro di Beltrami e Giubertoni esplora l'archivio parrocchiale della Cattedrale

Quando l'anagrafe la tenevano i preti

Quando la città di Carpi era tutta racchiusa all’interno delle sue mura cinquecentesche, l’ufficio anagrafe si trovava… nella residenza dell’Arciprete della Cattedrale. Era lui, o un suo incaricato, che dal 1516 in avanti registrava puntualmente (si fa per dire, come vedremo) i nuovi nati della città che altrettanto puntualmente venivano battezzati sotto le volte del Duomo e, sovente, sotto le medesime volte convolavano a giuste nozze oppure ricevevano l’estremo saluto dei parenti e degli amici prima di venire sepolti.

E’ del 1516, infatti, il primo registro dei battesimi conservato nella Cattedrale di Carpi che proprio quell’anno, con il nome di Collegiata di Santa Maria Assunta, veniva eretta per volere (e con il contributo finanziario) del principe Alberto Pio su un disegno di Baldassarre Peruzzi inviato da Roma. Il vetusto registro dei battezzati, e quelli altrettanto antichi dei matrimoni e dei defunti, sono stati riesumati dagli scaffali parrocchiali dove sono gelosamente conservati e sono stati puntigliosamente esaminati da due studiosi di storia locale, Andrea Beltrami, cancelliere della Curia Vescovile e da Mauro Giubertoni, vice archivista della Diocesi.

Una ricerca appassionata fra carte ormai logore e inchiostri che vanno svanendo, per riesumare i nomi di tanti carpigiani più o meno illustri di cui l’archivio parrocchiale tiene memoria da più di cinque secoli a questa parte. L’idea di esplorare i registri alla ricerca dei nomi illustri della città l’ha lanciata l’attuale arciprete della Cattedrale, don Massimo Dotti; la concreta realizzazione di un volume che raccoglie le “Illustri Firme” (il volume si intitola per l'appunto così) di 250 personaggi che hanno lasciato la loro impronta a Carpi nei secoli (ma solo di cento si propone una scheda compiuta, per motivi di spazio) è dovuta ai due esploratori del passato non nuovi a operazioni del genere. 

Una riscoperta significativa considerato che i più antichi registri della Comunità carpigiana andarono perduti nel Cinquecento e che la pratica di tenere una anagrafe regolare dei nati, dei matrimoni e dei morti da parte delle autorità civili venne istituita molto dopo. 

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