Ad Habitat venerdì 21 il documentario con Edith Bruck, venerdì 28 la presentazione del libro di Franchini

Duplice appuntamento a Soliera per il Giorno della Memoria

Sono due le iniziative che il Comune di Soliera e la Fondazione Campori promuovono per il Giorno della Memoria, istituito per ricordare le vittime della Shoah. Venerdì 21 gennaio, alle 21, ad Habitat, la casa della cultura di Soliera, è in programma la proiezione del documentario "Dove vi portano gli occhi. A colloquio con Edith Bruck", per la regia di Fausto Ciuffi e Ivan Andreoli. Quest’ultimo sarà presente per introdurre la visione del film. Venerdì 28 gennaio, sempre alle 21 e ancora una volta ad Habitat, sarà lo scrittore e giornalista modenese Roberto Franchini a presentare il suo ultimo libro "L’ultima nota. Musica e musicisti nei lager nazisti". Ad introdurre sarà Metella Montanari, direttrice dell’Istituto storico di Modena.

I due appuntamenti si avvalgono della collaborazione della sezione solierese dell’Università Libera Età Natalia Ginzburg, di Anpi Soliera, di Arci Soliera e dell’Istituto Storico di Modena. “Dove vi portano gli occhi” è stata la risposta data ad un gruppo di ex internati nei lager nazisti che, arrivati al confine con l’Ungheria, avevano chiesto: “E adesso dove andiamo?” Quella frase diventa il titolo di un filmato biografico della scrittrice Edith Bruck, oggi 91enne: l’infanzia, l’adolescenza, la cattura e la prigionia ad Auschwitz, il difficile ritorno dai campi, la vita dopo la liberazione e l’arrivo in Italia. “I suoi ricordi offrono un prezioso contributo per decifrare precise pagine di storia e, quando la forza delle parole invade il presente, ci richiama ad un’assunzione di responsabilità attraverso la conoscenza e l’interpretazione del passato”, si legge nella presentazione del documentario realizzato dalla Fondazione Villa Emma di Nonantola (2012). Il saggio di Franchini mette a fuoco invece un tema sorprendente e poco studiato: i campi di sterminio nazisti avevano una loro colonna sonora. Ad Auschwitz, Terezin, Buchenwald e Dachau si faceva musica per molti motivi. Le SS imponevano ai prigionieri di accompagnare le torture, le marce verso il lavoro o le camere a gas con brani strumentali. Le piccole o grandi orchestre allestite nei lager servivano per intrattenere gli aguzzini nel fine settimana o per sostenere la propaganda nazista. Nei campi di sterminio si incontrarono musicisti di grande valore che riuscirono a produrre opere di notevole qualità.

(Nelle foto: Edith Bruck e Roberto Franchini)