E la Balilla apre a Carpi il problema dei parcheggi
Dopo l’Ansca, fu Beniamino Dotti a ottenere nel 1932 la concessione degli spazi
di Gianfranco Guaitoli
Con l’affermazione dell’ automobile come mezzo di trasporto pubblico e privato, avvenuta nei primi anni del Novecento, si andò delineando, nelle città, il problema dei parcheggi pubblici. Chi aveva una casa con un ricovero per le carrozze si trovò in condizione di adattarlo alla sosta del mezzo meccanico, mentre per quelli che non possedevano tale risorsa era necessario lasciarlo in uno spazio pubblico. A Carpi fino al primo ventennio del secolo, talmente esiguo era il numero delle auto circolanti che la necessità di trovare un luogo di sosta nel centro urbano era irrisoria e nemmeno presa in considerazione. Con l’immissione in commercio, da parte della Fiat, nel 1929, della famosa Balilla, il parco auto circolanti in città si venne ad incrementare e, di conseguenza, cominciarono i problemi su dove poterle lasciare in sosta. Il problema venne risolto dall’Amministrazione cittadina sul finire degli anni Venti creando due spazi pubblici da adibire a luogo di sosta diurna per le automobili nel centro cittadino. Venne pertanto stabilito con l’Azienda nazionale stazioni custodia automobili (Ansca) un contratto di concessione del servizio, cessato il 31 dicembre 1932, forse a causa degli scarsi introiti.