Restauri - I lavori di recupero restituiranno a Carpi un complesso quasi sconosciuto

Il Torrione tra origini e rinascita

All’inizio, parliamo della seconda metà del ‘300, era una torre quadrangolare come tante altre; più o meno simile a quella di Passerino Bonaccolsi che la specchiava dal lato opposto del castello di Carpi. Tre piani merlati a difesa dell’angolo sud ovest della Carpi altomedievale. Poi i Pio del ramo di Galasso, a metà del Quattrocento, pensarono bene di triplicare la torre, con due strutture analoghe aggiunte da est verso ovest, trasformando la torre in un palazzo fortificato che faceva da contraltare a quella che sarà poi “rocca nuova” dei Pio del ramo di Alberto, che si trovava di fronte. Sul finire del ‘500 il palazzo, diventato di Giberto Pio, viene affiancato da una loggia bassa (la “loggia della Giusdicenza” dove si faceva giustizia in città) e, con Alberto Pio e gli Estensi, nel 1530 circa, diventa l’imponente torrione quadrangolare che da cinque secoli incombe sulla piazza centrale e sul cuore antico di Carpi. Queste fasi edificatorie, la loro storia ricostruita sulla scorta di documenti d’archivio e le evidenze rimaste stampate sulla struttura muraria nei secoli e in corso di paziente riscoperta e restauro proprio in questi mesi, sono l’oggetto della mostra “Il torrione di Carpi” che si inaugura a palazzo Pio sabato prossimo, 6 aprile. Una mostra che propone ai carpigiani la vita vissuta in sette secoli da quello che tutti chiamano da sempre “il torrione di Galasso” o meglio ancora “il torrione degli Spagnoli”, in quanto fu protagonista di un evento bellico che vi vide rinserrare dentro con un cruento combattimento, gli Spagnoli imperiali in una fase delle cinquecentesche “guerre d’Italia” di cui anche Carpi e il suo principe Alberto III Pio ebbero una parte.

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