Un disciplinare affida al Ministero scelta del progettista e appalti

Recupero Campo Fossoli, ci pensa il Segretariato

Tempi stretti per la messa in sicurezza e la totale accessibilità: consegna nel 2020

«Faranno tutto loro: bando per la progettazione esecutiva e assegnazione dei lavori». È parso mettere le mani avanti, il sindaco Alberto Bellelli, al momento di spiegare il funzionamento del disciplinare che farà del Segretariato regionale (ex Soprintendenza) del Ministero per i Beni artistici e culturali non solo l’ente erogatore dei 3,5 milioni di euro diretti alla messa in sicurezza e alla valorizzazione del Campo di Fossoli, ma anche la stazione appaltante incaricata di spenderli. Sono troppi i ricordi degli infiniti “progetti per il campo di Fossoli”, non ultimi i trentacinque pervenuti a seguito del Concorso internazionale indetto nel 1988 e mai presi in considerazione, per non dover alzare qualche riserva prudenziale. Questa volta, comunque, dovremmo esserci. Le firme apposte al disciplinare dal Segretario del Ministero per l’Emilia Romagna, Corrado Azzolini, dal Presidente della Fondazione Campo Fossoli, Pierluigi Castagnetti, ente gestore della struttura, e dal Sindaco, ente proprietario, costituiscono una garanzia assoluta per un percorso che si annuncia piuttosto impegnativo, dati i tempi promessi: assegnazione dei lavori entro il settembre 2020 e loro conclusione nel 2022. È vero che, come richiamato dallo stesso Azzolini e da Alberto Bellelli, la progettazione di fattibilità tecnica ed economica affidata all’architetto comunale Cesare Sereni, che servì a quantificare l’entità del contributo da chiedere allo Stato e a includerlo nel programma 2019/2023 delle opere pubbliche, fornisce un buon sostegno di conoscenze e di dati al futuro progettista. Al quale, par di capire, non verranno forniti input particolarmente precisi, stando almeno a quanto affermato in una nota ufficiale dal Segretario regionale del Ministero: “Ogni restauro è il racconto di una storia. Nel caso di Fossoli si tratta di molte storie sedimentate, il che rende più difficile restituire i diversi piani di lettura. Saranno i resti e i ruderi – prosegue il Dirigente nella nota – a suggerire le risposte agli interrogativi di chi dovrà condurre i lavori di recupero, nel segno della continuità con gli interventi di restauro conservativo già attuati nel recente passato”.

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