Proprietà di Falis 2014, start up che converte ai millennials marchi storici

Best Company: rilancio estraneo a ogni nostalgia

Da qualche stagione i loghi stanno vivendo una seconda giovinezza. Dopo il boom degli anni Ottanta, con la logomania che ha dominato la moda dell’epoca, il ridimensionamento degli anni Novanta e il declino del secondo Millennio con il suo minimalismo e la filosofia del less is more, tutti i grandi marchi (uno su tutti, Gucci), sono tornati a proporre abbigliamento e accessori con loghi, scritte e monogrammi in bella vista. Una tendenza che si sta affermando, ancora più prepotente, nello streetwear e nell’abbigliamento sportivo in generale con un ritorno dei brand giovanili in auge negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. Quelli, per intenderci, indossati dai “paninari” e che rappresentavano uno status symbol più che un semplice modo di vestire. Perché i marchi, a differenza delle aziende, non muoiono. Possono essere sleeping brand ma mantengono un valore e, al momento giusto, diventano dei biglietti da visita da utilizzare con banche e fornitori per poter essere lanciati di nuovo sul mercato. Lo ha capito Falis 2014, una start up ligure che è nata un paio di anni fa con questa missione: dare nuova vita a brand che hanno scritto la storia della moda casual italiana, valorizzando il loro “patrimonio” di notorietà. Nel suo portfolio di licenze la società annovera firme come Ellesse, Cotton Belt, Bear e Best Company.

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