Nonostante i timori, contenuta la flessione dei buyer asiatici

Milano Unica? E' sopravvissuta al virus

Alla rassegna di tessuti e accessori folta rappresentanza di aziende del distretto

Di solito tra gli stand di Milano Unica la domanda più ricorrente di compratori e designer impegnati a visionare tessuti, bottoni, zip e accessori è: “come vorranno vestirsi le persone tra un anno e mezzo?”. Quest’anno invece la trentesima edizione della fiera italiana di riferimento per i tessuti e gli accessori è stata accompagnata anche da altri interrogativi, tutti legati al Coronavirus, del tipo: “quando terminerà l’epidemia?” e “quale sarà l’impatto sul settore tessile e moda italiano?”. Nonostante tutto però il salone, che si è svolto dal 4 al 6 febbraio nei padiglioni di Fiera Milano Rho presentando le collezioni primaveraestate 2021 e coinvolgendo 477 espositori – tra cui i carpigiani Baronet, Facom, Fantasie Tricot, Graf&Co., Labeltex Group, Mabo Group, Nesatex, Mekkitess, Reca Group, Redmark, Simona B. Collection’s, Tessitura Rossi, Tessitura Sidoti, Texcart, Varcotex e il polo dell’accessorio formato da Cadicagroup, Bernini, Estro e Tessilgraf – ha tenuto bene e ha fatto registrare un calo di presenze solo del 2 per cento. Le assenze dalla Cina e dai paesi asiatici in generale, non hanno quindi avuto un peso eccessivo, come ha confermato il presidente uscente di Milano Unica (nonché ceo del Lanificio Reda) Ercole Botto Poala. “L’edizione di febbraio ha sempre avuto luogo in concomitanza con il Capodanno cinese – ha spiegato – e quindi molti compratori cinesi non venivano comunque. Quest’anno probabilmente le aziende hanno fatto viaggiare meno persone, puntando solo su quelle necessarie, ma non sono stati cancellati appuntamenti, anzi”. Intanto però l’edizione di marzo di Milano Unica Shangai per ora è rimandata, come del resto tutte le altre fiere tessili in Cina. Secondo il bilancio finale le nazionalità che hanno registrato l’incremento maggiore in termini di presenze sono gli Usa (più 15 per cento), seguiti da Turchia e Polonia, mentre hanno registrato un calo le presenze di compratori tedeschi (meno 16 per cento su febbraio 2019) – un decremento che riflette la flessione dell’export verso la Germania, ma dipende anche dalla concomitanza della fiera tessile Munich Fabric Start – e giapponesi (meno 36 per cento), frenati, loro sì, dalla paura del Coronavirus. Anche Emanuela Contini, consulente di moda carpigiana che ha visitato Milano Unica, parlando con imprenditori, rappresentanti e operatori del tessile ha percepito una certa preoccupazione per le sorti del settore. «Purtroppo molti temono un rallentamento di tutto il comparto, perché per ora è tutto bloccato – afferma Contini –. Non arrivando le forniture dalla Cina (accessori, filati, coloranti e tanto altro) le produzioni rallentano o addirittura si fermano. Ma il problema è anche per chi esporta o per chi, come per esempio i marchi del lusso, teme forte ripercussioni in termini di acquisti: gli asiatici, non girando, non posso acquistare nelle boutique». L’effetto Coronavirus quindi, si è fatto sentire anche in fiera? «In realtà non tanto – risponde l’esperta di moda –. Ho visto tanta gente (qualcuno indossava la mascherina), stand affollati e l’area tendenze sempre molto bella e creativa. In particolare è stato di grande impatto l’allestimento dedicato alla sostenibilità che sottolinea l’importanza di legare in modo imprescindibile il green alla creatività. Il messaggio è: possiamo fare dei prodotti eco-sostenibili che siano anche belli, appetibili, fashion e quindi abbiano un forte green appeal senza “castigare” i colori, le linee e i materiali. Milano Unica è sempre più interessante – conclude –. Speriamo che tutto il settore non rallenti troppo a causa di questa emergenza sanitaria». Su Milano Unica grava un’altra “minaccia”. Il salone francese “concorrente” Première Vision ha deciso di anticipare la data estiva (da settembre a luglio) e, nel 2021, anche quella di febbraio che si svolgerà negli stessi giorni della fiera milanese. Le aziende italiane espositrici quindi saranno costrette a scegliere tra Milano e Parigi.

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