''Che tempo sarà'': nel nuovo album di Giuseppe Bellodi una riflessione tra memoria e futuro

Durante questi mesi balordi, segnati dalla pandemia, ha composto musica, scritto testi, elaborato pensieri, fino a creare quella che definisce una “piccola magia”, ovvero il ritrovo di un gruppo di amici, musicisti, che hanno voluto partecipare al suo progetto musicale. Giuseppe Bellodi è professore di lettere alle scuole medie Focherini e, nel tempo libero, da diversi anni, suona - da autodidatta, specifica – e scrive canzoni. A febbraio è uscito il suo secondo album, Che tempo sarà: nove tracce che, oltre che sulle piattaforme digitali, da alcuni giorni è possibile trovare anche presso la libreria La Fenice di via Mazzini. «Faccio finta di fare il cantautore», afferma ridendo. In realtà, Bellodi ha alle spalle un solido background costruito con tenacia e impegno nel corso del tempo, potendo collaborare in passato anche con i Flexus, per i quali ha scritto alcuni testi insieme al cantante Gianluca Magnani. 

Tutto comincia nel 2019, quando una serie di esibizioni molto particolari – e tra poco scopriremo il perché – portano alla composizione del primo album di Bellodi, intitolato Canzoni fatte in casa. «Proprio di questi tempi, due anni fa, io e alcuni amici abbiamo cominciato a cantare le mie canzoni, alcune risalenti anche a 25 anni fa, a casa di altri amici. Ci si trovava in una ventina di persone nei cortili, nei terrazzi, nei giardini. L’idea nacque da lì. La cosa poi ha preso piede e alla fine di quel piccolo tour abbiamo deciso di realizzare il primo album, composto da 11 canzoni. Il gruppo che mi ha accompagnava era composto da Pietro Rustichelli (direttore della banda cittadina); Martino Greco, arrangiatore e batterista; Claudio Jones, percussionista. Proprio perché i nostri erano concerti domestici, decidemmo di chiamarci Bellodi & the Kolf, ossia un gruppo di collaboratori famigliari con la “k”, che fa più rock!». 
Poi arrivò il Covid-19, con i suoi lockdown. «In quel periodo, ho recuperato diversi brani scritti anni fa – prosegue Bellodi –. Abbandonati, li ho recuperati e riarrangiati: 9 brani tutti inediti legati da un filo rosso. Sono un po’ i miei pensieri, pervasi dal tema della memoria, dal tema del presumere di sapere sempre qualcosa della vita degli altri quando molto spesso invece proprio non la capiamo. Che tempo sarà, la canzone che dà il titolo all’album, è stata scritta nell’aprile dell’anno scorso, quando eravamo nel pieno del primo lockdown e ci si interrogava un po’ tutti su quel che sarebbe stato il futuro. L’atmosfera surreale quei giorni è lo sfondo di questi pensieri. La vita che si sfilaccia, i silenzi, i deserti della città, gli affetti minacciati e colpiti. Nel testo rifletto su quel che saremo in modo disincantato, con la speranza di cogliere qualcosa di positivo da ciò che abbiamo passato». L’album, registrato presso lo studio DiapaZone di Mirandola e la cui copertina è stata realizzata dal noto illustratore Giovanni Scarduelli, ha visto la partecipazione di Alessandro Pivetti, pianista dei Flexus; Ferdinando Gatti, alla chitarra acustica; Paolo Giubertoni alla chitarra elettrica; Davide Cavicchioli al basso; Gabriele Greco alla batteria; Francesca Silvestri come seconda voce; Pietro Rustichelli, Martino Greco e Claudio Jones
Il ricavato del cd in vendita presso la libreria La Fenice andrà all’associazione Musica & Sport per Carpi in memoria di Enrico Lovascio, il giovane scomparso lo scorso gennaio a soli 22 anni a causa della leucemia. L’associazione, nata dal volere della sua famiglia, vuole valorizzare le strutture formative sportive e musicali presenti in città, che tanto hanno contribuito alla formazione di Enrico, che era studente, musicista, educatore scout.