Fossoli, crocevia di tragedie

Accade non di rado che, in articoli giornalistici che trattano delle vicende legate all’ultima guerra, spunti il nome del campo di concentramento di Fossoli. Non aggiungono molto alla storia del campo e del ruolo che fu chiamato a svolgere tra la fine del 1943 e l’estate del 1944 sullo sfondo del grande dramma della deportazione politica e razziale in Europa. Ma permettono spesso di avvicinare tanti percorsi di vita, di venire a conoscenza di esistenze che ebbero a che fare con Fossoli, anche per poco tempo, e delle quali la scomparsa del libro matricolare del campo ha reso impossibile una ricostruzione metodica, quale si deve, invece, ad Anna Maria Ori, Carla Bianchi e Metella Montanari per i 68 fucilati a Cibeno (“Uomini nomi memoria, Fossoli 12 luglio 1944” del 2014). Non resta così che affidarsi al caso. Come casuale è stato il ritrovamento di una borsa con un ricco carteggio epistolare, custodi- ta in una soffitta di Civitella del Tronto. È il caso che ha permesso a un giornalista e studioso abruzzese, Walter De Berardinis, di riportare alla luce dopo 75 anni la storia di Margarete Wagner e Ignaz Hain, riassunta in un articolo comparso il 6 novembre sul Corriere della Sera a firma di Nicola Catenaro dal titolo “Teramo, lui ebreo e lei cattolica: dalla valigia dimenticata spunta la storia degli amanti divisi dal nazismo”. Originari di Francoforte sul Meno, la loro, sottolinea il servizio del quotidiano milanese, sarebbe stata una storia d’amore come tante, con la particolarità però, che lei era cattolica e “ariana” e lui, che era procuratore legale, ebreo. La cosa non era tollerabile per il regime hitleriano, al punto da indurre la coppia a fuggire a Milano.