La nouvelle vague del Sindaco social: scambi con Malagoli e altro

Non esita a ricorrere al gergo lessicale dei social (“cmq”, per dire “comunque”). Non si fa scrupolo di dare appellativi irridenti (“allora chiedi a chi comanda, scienziato!”, “grazie, guru”) e di polemizzare apertamente (“Pensa se ti avessi pure fatto qualche cosa nella vita: saresti venuto a defecare sulla mia porta di casa”). Ricorre al dialetto (“E' un anno e mezzo che mi stalkerizzi, ma MOLA! MOLA! L'è ora te las lè!”) e a qualche espressione sovraccarica (“Facciamo che la pianti di rompere i maroni e cominci a portare rispetto”). E arriva a consigliare all'interlocutore – dopo che quello li aveva evocati per primo – il ricorso a sedativi, accompagnandolo con la minaccia – anche questa ricambiata – di stampare l'intero scambio di post per sottoporlo, lascia intendere, a qualche autorità giudiziaria.

 

 

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati