Messico e pentole per lo chef di Rovereto
Portare la nostra arte culinaria all’estero è vincere facile quasi dappertutto, tranne che in Messico: la sua cucina infatti è stata riconosciuta nel 2010 come patrimonio immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco. Non ci sono solo tacos, tortillas, guacamole e burrito, bensì una varietà inimmaginabile di sapori in cui le tradizioni preispaniche si sposano con i gusti importati dai conquistadores spagnoli. E proprio per gli esigenti palati messicani il cuoco Luca Francia, quarantaseienne roveretano, propone le nostre specialità da ormai diciassette anni. Partito nel 2002 per una vacanza a Tulum sul mare dei Caraibi, Luca non è più tornato a casa e, dopo essere stato undici anni nella più famosa città della riviera maya, ha deciso di trasferirsi al nord, sempre lavorando al servizio della ristorazione italiana. «Mi sono spostato a Monterrey nel 2013 attirato dalle possibilità offerte dalla città – racconta il cuoco –: è un po’ la Milano del Messico, perché è la terza città più grande del Paese dopo Città del Messico e Guadalajara, ma la prima per industrializzazione. È caotica (gli abitanti sono più di un milione) ma è molto aperta, lo dimostra il fatto che, a parte McDonald’s, ci sono ristoranti francesi, arabi, giapponesi …».