Un centinaio di dipinti di Renzo Dotti nella donazione di Carlo del Bravo

Un artista di Carpi agli Uffizi

La notizia, riportata alcune settimane fa dal quotidiano La Nazione di Firenze è che, a tre anni dalla morte, l’immensa collezione artistica di Carlo Del Bravo (allievo di Roberto Longhi e considerato uno dei maggiori storici dell’arte italiani) è pervenuta alla Galleria degli Uffizi, grazie alla donazione di 455 opere tra dipinti, disegni e sculture che abbracciano l’arco di sei secoli, dal Cinquecento ai nostri giorni. Accanto a opere di autori come Rosso Fiorentino e Jacopo Vignali e a numerosi lavori di maestri dell’Ottocento, della donazione fanno parte i dipinti di alcuni artisti amici di Del Bravo che troveranno posto in due sale dedicate nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Il quotidiano cita questi artisti, ma è il nome di uno di loro in particolare che attira l’attenzione: quello di Renzo Dotti, carpigiano, che compare nella donazione con un centinaio di opere, fra ritratti, temi a soggetto floreale e nature morte. Oggi Renzo Dotti ha 78 anni. Da oltre quaranta vive stabilmente a Firenze, dove ha completato la propria formazione proprio con Del Bravo e dove ha studiato e lavorato, dedicandosi completamente alla sua arte, vissuta con rara coerenza e rigore, alimentata da vaste letture e sempre all’insegna della ricerca molto più che del successo. La sua lunga assenza dalla nostra città – dove ha esposto l’ultima volta nel 1980, in Museo – non può tuttavia cancellare quanto di storia delle tradizioni e delle istituzioni culturali di Carpi si leghi al suo nome che evoca la straordinaria esperienza rappresentata, tra il 1939 e il 1965, dalla Scuola comunale di Disegno sotto la direzione di Ivo Voltolini, docente e artista, a propria volta laureatosi in Belle Arti a Firenze con Felice Carena. Di lui Dotti fu allievo – come lo furono i prosecutori ideali di quella istituzione, con il loro Centro di Arti figurative, ovvero Alberto Cova ed Enrica Melotti, lei pure presente a Palazzo Pitti con due opere nella collezione Del Bravo –, diventandone poi supplente nell’insegnamento per succedergli alla sua morte, avvenuta nel 1966, nella guida della Scuola. «Voltolini era un artista colto e raffinato, che non spiccò il volo da Carpi solo per ragioni di salute che lo trattennero qui – ricorda oggi Dotti, in città per qual- che giorno –. Questa sua condizione lo isolò e lo tenne lontano da gruppi e correnti artistiche, per cui è difficile darne una definizione, al di là di quella di pittore figurativo. Era un insegnante straordinario e io presi a frequentare la Scuola tra la fine delle medie e l’inizio degli studi al Venturi di Modena: ricordo che la sede era all’ultimo piano del cosiddetto Avviamento, nell’edificio che oggi ospita la Biblioteca Loria, prima che fosse trasferita in uno stabile basso lì di fronte (l’attuale sede del Mattatoyo, ndr) e infine in viale Carducci, dove oggi c’è il Centro diurno Borgofortino».

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