Il 13 aprile (ore 19) al Cookies il consigliere economico di Renzi

Filippo Taddei a Carpi: iniziativa dei “pontieri”

Carpi – Il fiume (o la corrente?) carsica che scorre sotto il Pd di Carpi, raccogliendone dubbi e problematicità e identificandosi con quella che potremmo definire “l’ala pontiera” del partito di maggioranza, torna ad affiorare con una iniziativa pubblica di indubbio rilievo.

A un anno di distanza dalla conferenza di Salvatore Vassallo su “Liberiamo la politica”, coloro che stan sospesi tra il Pd post comunista ben radicato da queste parti e quello che si va ritagliando sulla figura del Premier  (Carlo Anfuso, Andrea Ballestrazzi, Mario Lugli, Liviano Ruoli, Alberto Setti, Giovanni Taurasi, per citarne solo alcuni) hanno invitato a Carpi il più ascoltato consigliere economico del Presidente del Consiglio, nonché responsabile economico nazionale del Pd, il quarantenne bolognese Filippo Taddei (nella foto). L’incontro, dal titolo “Pdnomics, le scelte economiche del governo per lo sviluppo dell’Italia” è fissato per le 19 di mercoledì 13 aprile nei locali del Cookies, per quello che gli organizzatori vorrebbero fosse un confronto aperto e informale con le forze imprenditoriali, gli operatori economici e i professionisti della città allo scopo di raccogliere idee, stimoli e suggerimenti. Ma, aggiungono, “…pensiamo anche agli esterni al Pd o che si sono allontanati o ci stanno stretti e con mille dubbi e riserve: tutti quelli, insomma, che ragionano al di fuori degli schemi dell’appartenenza”.

Laureato in Economia all’Alma Mater, con Phd alla Columbia University, docente di Macroeconomia alla School of Advanced International Studies della Johns Hopkins, Taddei nutriva simpatie per Pippo Civati, fino a che Matteo Renzi non lo ha chiamato nel 2013 a far parte della Segreteria del Pd. E’ considerato uno della generazione dei trentenni (oggi hanno dieci anni di più) figli della Leopolda del 2010, quella che vedeva ancora uniti Renzi e Civati nel percorso della rottamazione di una sinistra che tutelava i garantiti, ma dimenticava i non tutelati, i precari, i nuovi esclusi. E’ stato definito un emiliano-kennedyano, di formazione tutta esterna ai partiti tradizionali (ha mosso i primi passi nei comitati di Romano Prodi) con una forte accentuazione di autostima e ottimismo di impronta renziana e preparazione culturale internazionale, essendo partito dall’Italia nel 2000 per trasferirsi sette anni a New York. Gli si attribuisce una frase – “Tassare ciò che è immobile per favorire ciò che è mobile” – che costituisce il suo manifesto in materia di politica economica, basata sulla riduzione delle imposte sul lavoro. 

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