Un'occhiata al vertice dopo il nuovo riassetto della Segreteria comunale

Ma di che materia è fatto il Pd carpigiano?

“Diamoci del Noi” recitava lo slogan scelto dal Pd di Carpi per la propria campagna elettorale a sostegno della candidatura a Sindaco di Alberto Bellelli. Ma di che cosa è fatto, oggi, questo Noi? Sì, perché se all’epoca il partito di maggioranza intendeva evocare l’idea di un partito profondamente calato nella città e “partecipato”, oggi verrebbe piuttosto da interrogarsi su che cosa significhi quel pronome collettivo. Anche in riferimento ad alcuni fatti precisi, dai banchetti allestiti in piazza per l’iniziativa “Per amore dell’Italia” (3 - 6 ottobre), che sa tanto di avvio della campagna in vista di un voto regionale decisivo anche per il governo nazionale, ai recenti avvicendamenti nella Segreteria comunale del partito. Il dato che ci interessa più da vicino è proprio quest’ultimo. Hanno lasciato la segreteria Maria Grazia Lugli, per motivi soprattutto personali, Mariella Lugli, chiamata a impegnativi incarichi di Giunta e Maddalena Zanni, dicono per disaffezione progressiva. Al loro posto sono entrate due figure di solida esperienza amministrativa come l’ex assessore a Sanità e Servizi sociali Daniela Depietri, sull’onda, pare, del prestigio e dei consensi riscossi nell’ambiente medico, e Lorenzo Boni, imprenditore ed ex consigliere di grande concretezza che ha funzionato piuttosto bene, nello scorso mandato, difendendo in trincea l’operato della Giunta dagli attacchi delle minoranze. A parte il caso della neo assessora Mariella Lugli, se ne sono andate figure di ambiente cattodem legate alla primissima stagione del Pd, passate per gli entusiasmi e poi le delusioni del renzismo e, nel caso di Maria Grazia Lugli, addirittura quelli del prodismo e dell’Ulivo. Sono entrate invece personalità che nulla hanno a che fare con quelle stagioni. Una svolta a sinistra, dunque? Per emettere un siffatto giudizio occorrerebbe supporre l’esistenza di qualche forma di vita ai vertici del Pd, che appare invece come la superficie piatta di un mare immoto senza la benché minima increspatura. A partire dall’addio di Matteo Renzi che non ha lasciato traccia. Eppure non uno qualunque, ma il vicesegretario attuale Marc’Aurelio Santi, sopravvissuto a due rimpasti di segreteria in sei anni, ancora nel 2017 era corso, insieme a diversi altri, sotto le bandiere renziane. Eppure esisteva un preciso mondo che nel 2014 si era raccolto intorno al primo e forse ultimo renziano Roberto Arletti (passato poi a Carpi Futura e ora dato in transito verso Italia Viva) per sostenerne la candidatura a sindaco nelle primarie che lo opponevano ad Alberto Bellelli. Ma dove sono finiti ora i vari Nilo Pacenza, Vania Lovat, Rita Zappador, Mario Vignoli, Saverio Catellani che animarono quella stagione? Politicamente spariti nel nulla. Ma se n’è aperta forse un’altra, di stagione? Ed eventualmente, quale? 

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