Sull'avviso per i déhors Bellelli non può dirsi fuori

Una modifica del Regolamento dei déhors voluta nel giugno 2018 da Simone Morelli per il rifiuto di Rita Frigieri di accettare davanti al proprio negozio i tavolini del bar La Macina. Da qui il possibile reato di concussione. Le minoranze attenuar

A ben vedere, le trombe  del Sindaco che definisce “raccapricciante”  il quadro emerso  dalla lettura degli avvisi di  chiusura indagine recapitati  in questi giorni hanno trovato  un cospicuo controcanto in  una campana che la Procura  della Repubblica ha comunque  suonato. Per intenderci, mentre  Alberto Bellelli spinge a  tutta sulla questione del dossieraggio,  che ne esalta il ruolo  di vittima e gli fornisce un’importante  arma elettorale contro  Lega e 5 Stelle, nel sottofondo  si colgono distintamente  anche i rintocchi di una campanella  che scandisce: déhors,  déhors...  Qualche cosa era filtrato,  ma nessuno, in queste settimane  di voci che si rincorrevano  sulle indagini, aveva  dato un peso particolare a  questo termine che sembrava  fuori dal solco principale di  un’inchiesta tutta incentrata  su incarichi e appalti. Nessuno,  tranne forse il consigliere  Roberto Benatti che ne aveva  fatto motivo di scontro frontale  con la Giunta un anno fa.  Sì, perché quando la Procura  parla della vicenda dei déhors  all’origine dell’ipotesi di reato  di concussione, non si può  dimenticare che nel giugno  2018 una modifica delle norme  vigenti su questa materia era  stata presentata al Consiglio  comunale, per espressa volontà  di Simone Morelli, ma  con il pieno accordo del Primo  cittadino e della Giunta.  Era la variazione che, in  nome della “rivitalizzazione  del centro storico”, avrebbe  permesso ai pubblici esercizi  di collocare déhors anche  fuori dagli spazi di propria  pertinenza e senza chiedere  l’autorizzazione a quelli  prospicienti. L’intero gruppo  Pd, nonostante il disaccordo  di tre consiglieri (Ruggero  Consarino, Martina Arletti  e Mariella Lugli) che avevano  disertato la seduta, era stato  trascinato a votare il nuovo  testo. E solo l’opposizione,  oltre che di Benatti, anche di  Monica Medici, dei 5 Stelle,  impedì di introdurre una  modifica che avrebbe permesso  al bar La Macina – il  caso è citato dagli atti – di  collocare tavolini e divisorie  davanti alla profumeria di  Rita Frigieri e alla Farmacia  dell’Assunta, anche senza il  loro consenso. L’ipotesi di  reato si appunta su quel che  era avvenuto in precedenza,  sulle pressioni esercitate da  Morelli su uno dei due negozi  in questione perché accondiscendesse  all’espansione del  locale vicino, pena la modifica  che poi, come si è visto, non  ha avuto seguito. Fino a essere  fortemente annacquata da un  successivo disciplinare allestito  in settembre per scongiurare  una petizione da parte  di Rita Frigieri con Giorgio  Greggio, Luca Semellini e  Matteo Righi, titolari di altri  esercizi del centro.  

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