Il costo della demagogia
Con un video girato davanti al Pronto soccorso (aperto da un ricordo di dubbia opportunità rivolto al povero Davide Bellimbusto), ha sventolato davanti all’obiettivo il decreto con il quale il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, «...ha stanziato poco meno di 38 milioni per l’ospedale di Carpi». Con l’aggiunta di critiche al Sindaco silente e all’Assessore regionale arroccato nel rivendicare l’esclusiva della Regione per tutto quel che concerne la spesa sanitaria. Credeva di essersi guadagnata una valanga di consensi, la consigliera Monica Medici dei 5 Stelle, ma per sua stessa ammissione è diventata invece il bersaglio di parecchie critiche: istituzionali (nel senso del sindaco Alberto Bellelli e del consigliere Enrico Campedelli) e questo era prevedibile. Ma anche da comuni cittadini: il che non era forse messo nel conto. Alla fine, tutto ruotava intorno a un concetto: fake news, o bufala che dir si voglia.
BUFALA O VERITÀ?
La finanziaria 2017 di fine 2016 fissava una data – il 30 giugno 2017 – entro la quale un decreto del Presidente del Consiglio, su proposta del Ministero della Salute e di concerto con quello del Lavoro e delle Politiche sociali, avrebbe dovuto individuare le iniziative urgenti e di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria “valutabili” dall’Inail nei propri piani triennali di investimento immobiliare. Dal gennaio e fino alla vigilia di quella scadenza le cronache registrano tutta una serie di incontri – del Ministero della Salute con le Regioni, dell’Inail con la Direzione generale per la Programmazione sanitaria del Ministero della Salute, dello stesso Ministero con il Presidente della Conferenza delle Regioni – per stabilire i criteri tecnico economici degli interventi da ammettere eventualmente ai contributi Inail. Nell’aprile 2017, la Regione Emilia Romagna invia dunque le schede tecnico economiche delle proprie Ausl. Quella di Modena elenca come prioritari due interventi sul Ramazzini. Uno, da 23 milioni 700 mila euro, comprende la “costruzione di un nuovo fabbricato polifunzionale, con implementazione delle centrali tecnologiche a servizio di tutto l’ospedale”. Nella scheda si spiega che “la nuova costruzione permetterebbe di demolire successivamente quattro corpi di varie forme e dimensioni ed epoche costruttive, ormai obsoleti, che attualmente ospitano il poliambulatorio, le camere ardenti, le centrali tecnologiche e infine la portineria e i servizi bancari”. Per la parte tecnologica è prevista anche “la realizzazione di un impianto di cogenerazione a gas naturale da 500 kw elettrici a servizio delle reti dell’intero complesso ospedaliero e la ricollocazione e innovazione tecnologica di centrali, sottocentrali e cabina elettrica”. Il secondo intervento, da 14 milioni 250 mila euro, riguarda l’adeguamento sismico del Corpo 6 (l’ala di sei piani rivolta a est che ospita, fra le altre, le degenze di Chirurgia, le sale operatorie, la rianimazione e la risonanza magnetica), con varie opere di consolidamento e realizzazione di un giunto strutturale tra il fabbricato e quelli limitrofi.