Più pare prender piede e più si acuiscono i contrasti tra chi ci crede e chi no

Nuovo ospedale: i critici, gli scettici e i baricentrici

Il nuovo ospedale è di là da venire, ma la concomitanza di tre fattori – la collocazione tra via dell’Industria, via Guastalla e via San Giacomo annunciata dal Sindaco, la pubblicazione del piano di pre fattibilità dell’Ausl e i 60 milioni dello Stato confermati dalla Gazzetta Ufficiale – sta già creando i classici due fronti dei favorevoli e dei contrari. Ci sono gli oppositori del “dove” che su scala provinciale sono guidati, notoriamente, dal Sindaco di Mirandola e, sul piano politico, dalla Lega, e dagli altri Comuni dell’Area Nord a trazione centro destra, barricati dietro la linea dell’ospedale baricentrico. Il timore è che un ospedale di area e di primo o secondo livello diagnostico e terapeutico qual è previsto dal piano di pre fattibilità firmato da Gerardo Bellettato, ingegnere alla guida del Servizio unico Attività tecniche dall’Ausl di Modena, finisca per svuotare il Santa Maria Bianca della città dei Pico. E obblighi i futuri pazienti a imbarcarsi sulla non brillantissima viabilità del nord della provincia per raggiungere Carpi. Più articolato è il fronte carpigiano degli oppositori. Differenziandosi da Annalisa Arletti, di Fratelli d’Italia, preoccupata soprattutto di stabilire una complementarietà con Correggio, l’esponente della Lega per Salvini premier, Federica Boccaletti, ha lasciato sullo sfondo il baricentrismo caro ai colleghi leghisti dell’Area Nord, per darsi allo scetticismo sulla reale possibilità di realizzare l’opera con i 60 milioni dello Stato. Un po’ a sorpresa la segue, sulla stessa strada, il gruppo editoriale che fa capo a Radio Bruno, che in un editoriale definisce “assolutamente sottostimata” non solo la cifra erogata dallo Stato, ma anche lo stanziamento di 95 milioni cui si arriverebbe con l’integrazione di risorse regionali. Viene anche presa di mira la localizzazione, per la quale si ritengono preferibili i capannoni dismessi sulla Romana Nord evitando così ulteriore consumo di suolo, mentre non piace neanche il format sanitario proposto dall’Ausl, ritenuto obsoleto rispetto a un ospedale a una sola specializzazione, con ampio pronto soccorso e che si limiti a dirottare i pazienti verso altre strutture.  

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