Il circolo Arci di Santa Croce l’ha riscattata dall’immobiliare degli ex Ds

Acquistata la sede: l’Arcobaleno ce l’ha fatta

Con 300 mila euro: 180 mila ricevuti dalla Fondazione e il resto con mutuo

di Fabrizio Stermieri

 

CARPI – Dopo il circolo di via Lunga a Migliarina e dopo il Bruno Mora di San Marino, anche il circolo Arci Arcobaleno di Santa Croce ce l’ha fatta: da poche settimane (il rogito formale è stato stipulato a fine febbraio) il circolo presieduto da Gianfranco Giari, diretto da un gruppetto di quindici assidui consiglieri e sorretto da circa duecentocinquanta iscritti della frazione, è diventato proprietario della vecchia casa del popolo di Santa Croce che da sempre è stata la sede del circolo. «L’abbiamo riscattata – precisa Giari – da una società immobiliare degli ex-Ds. Trecentomila euro in tutto, di cui 180 mila li abbiamo ottenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e 120 mila ce li abbiamo messi noi contraendo un mutuo ipotecario che contiamo di pagare nel tempo, grazie all’attività svolta dal circolo». 

L’Arci Arcobaleno di Santa Croce, su quell’immobile che si trova subito sotto la curva che immette nella frazione dalla provinciale per Correggio, aveva una prelazione, avendo gestito in regime di affitto per moltissimi anni il bar e i servizi collegati. «Adesso si tratta di mettere assieme i soldi per pagare regolarmente le rate del mutuo ­–­ ammette il presidente – e abbiamo già iniziato con una prima cena sociale di autofinanziamento che abbiamo organizzato la scorsa settimana nell’ambito della festa di primavera de L’Unità allestita dai circoli Pd della zona sud». A darsi da fare per cucinare e servire ai tavoli, Giari stesso e tutto lo staff dirigenziale del circolo, assistito dalle signore, attive in cucina. Lo spirito è quello delle storiche “Feste de L’Unità” anche se l’organo ufficiale del Pci non è più tale, anzi, quasi non è più. Il Pci stesso non esiste più e anzi, i suoi eredi, le vecchie case del popolo, costruite con i soldi dei tesserati del partito, se le fa pagare profumatamente. «Assieme all’edificio che ospita il circolo – puntualizza Gianfranco Giari – abbiamo acquistato anche l’area di pertinenza, con il parcheggio», insomma, per 300 mila euro se non proprio un affarone, certo un bel colpo che consentirà al circolo di proseguire la sua attività che altrimenti sarebbe stata compromessa. Una storia comune, come si è detto, a diversi circoli carpigiani dopo lo sfaldamento del Pci e del suo patrimonio immobiliare: a San Marino, il Bruno Mora è riuscito a salvare il cinema ma non la vecchia casa del popolo e ha dovuto trovare una nuova sede sociale. A Migliarina è stata la gestione del bar di frazione a dare la possibilità al circolo di proseguire la sua attività. A Modena e provincia, le proprietà immobiliari degli ex Ds sono state conferite nella società Fondazione Modena 2007. Due anni fa si parlava di più di una quarantina di immobili, in gran parte affittati a prezzi simbolici a circoli Arci e a sedi del Pd, ma nel frattempo parecchi edifici come si è visto, sono stati dismessi e altri sono in lista d’attesa. Anche la sede attuale del Pd comunale, in via don Davide Albertario, potrebbe subire la stessa sorte.

Nelle foto lo staff del circolo Arcobaleno di Santa Croce al lavoro. Il presidente Gianfranco Giari è il primo in alto a destra.

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