Lo certifica una indagine di Federconsumatori Modena presentata oggi

Crollano i redditi dei lavoratori dipendenti modenesi: meno 8,1 per cento nel 2022 rispetto all'anno precedente

"Nel 2022 e nel 2023 abbiamo assistito ad un pesante impoverimento dei modenesi e degli italiani; un impoverimento che non ha avuto eguali in Europa. Contemporaneamente va rilevata la crescita dei profitti delle imprese di interi settori, spesso corresponsabili delle dinamiche inflattive. Uno spostamento dai redditi ai profitti che è probabilmente la più grande operazione di ingiustizia sociale degli ultimi ottant’anni nel nostro paese". Questo l'amaro commento di Federconsumatori Modena che oggi ha presentato i dati della sua terza indagine sui redditi dei modenesi che quest'anno, rispetto all'edizione precedente, si limita ai lavoratori dipendenti mentre prossimamente sarà presentata quella relativa ai redditi dei pensionati. Il quadro che emerge dall'esame di 291 mila dichiarazioni dei redditi raccolti dalla società fiscale della Cgil è, secondo Federconsumatori, è fortemente preoccupante. 

 

"Solo il termine “crollo” - afferma l'associazione dei consumatori aderente alla Cgil - può sintetizzare quanto accaduto sul fronte dei redditi nel corso del 2022. Era un dato atteso e annunciato, ma le dimensioni ed il peso di questo crollo, sul lavoro dipendente, lasciano attoniti. Un fenomeno che peraltro continuerà, accentuando il peggioramento, quando misureremo il dato delle dichiarazioni attualmente in corso di presentazione. Un arretramento di redditi, per capirci, che non ha eguali nella storia del nostro paese dal dopoguerra ad oggi. Parliamo di una perdita di potere d’acquisto dei salari che nell’arco di un solo anno, in provincia di Modena, ha raggiunto mediamente l’8.1% a fronte di una inflazione che ha toccato l’8,3%. E’ del tutto evidente la pressoché totale assenza, nella media del 2022, di incrementi salariali".  

 

"Parliamo - hanno detto stamane i responsabili dell'indagine nel presentarla alla stampa, Marzio Govoni per Federconsumatori e Elisabetta Valenti per il Caaf Cgil - di una perdita del valore delle retribuzioni che raggiunge il 12,3%, se esaminiamo i dati a partire dal 2016. In sette anni le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti della nostra provincia hanno perso, rispetto al reddito annuale, quasi due retribuzioni. Dentro a questo terribile dato, negativo per tutti i lavoratori dipendenti, ancora una volta segnaliamo l’ampliarsi delle forbici reddituali. Peggiorano ancora di più i redditi dei giovani e delle donne, con il punto più critico tra le giovani donne. L’anno scorso avevamo registrato segnali di ripresa dei redditi, nel periodo post Covid, seppur limitati all’occupazione maschile qualificata nella fascia oltre i 55 anni. Nelle dichiarazioni presentate nel 2023 manca il seppur minimo dato positivo. Una delle nostra tabelle riporta gli effetti dell’arretramento del potere d’acquisto dei redditi da lavoro per alcune tipologie di famiglie. Ancora una volta la famiglia under 35 con lavori in area terziario ha subito un calo di valore del reddito familiare attorno al 20%, nell’arco di sette anni, mentre all’opposto il calo per la famiglia di over 55, con occupazioni negli Enti locali e nel settore ceramico ha registrato un più contenuto arretramento del 5%. Un calo che per la parte più debole delle famiglie si è trasformato in incertezza nel futuro, in denatalità, in esistenze troppo a lungo precarie".