Cristiano Burani, medico e stilista

Dai corpi da curare ai corpi da vestire

Carpi – Medico e stilista. Due professioni agli antipodi che non hanno niente in comune. Eppure Cristiano Burani, talentuoso fashion designer che ha sfilato poche settimane fa a Milano, prima di avvicinarsi alla moda si è laureato in Medicina e Chirurgia. E, a detta sua, le competenze da medico gli sono utili per realizzare le sue creazioni. «Aver studiato il corpo all'interno mi aiuta a capirlo all'esterno e quindi a valorizzarlo – afferma –. Sono molto attento a creare un equilibrio tra le proporzioni. I miei abiti hanno tagli anatomici che assecondano i movimenti e le forme sono fluide e bilanciate». Dopo la laurea in Medicina, Burani ha cambiato decisamente rotta, assecondando la sua passione di sempre: la moda. Si è diplomato in Fashion Design alla prestigiosa “Parsons School” di New York e poi ha lavorato come stilista per griffe come Donna Karan, La Perla, Blumarine e Versace. «Non rimpiango i miei studi scientifici – rivela – mi hanno aiutato a sviluppare una mente lucida e razionale. Le esperienze lavorative a contatto con i “big” della moda hanno contribuito invece a formarmi come imprenditore». Valore aggiunto dell'etichetta Cristiano Burani (che prende il suo nome) è la ricerca tecnologica a monte. All'ultima edizione della settimana della moda milanese, Burani ha stupito buyer e giornalisti con una collezione innovativa ispirata alle forme e ai volumi della rivoluzione stilistica attuata da Dior negli anni Quaranta, ma reinterpretati in versione “future” tramite l'utilizzo di materiali industriali e lavorazioni tecnologiche. In passerella hanno sfilato capi con inserti geometrici in pizzo accoppiato a poliuretano, costruzioni couture, ricami a effetto 3D, cady di seta abbinato a tulle. La collezione non è passata inosservata e ha ottenuto ottimi riscontri anche dalla stampa internazionale che ha definito la donna Burani “ricercata, chic e sperimentale”. Un successo importante per il trentanovenne stilista originario di Bologna, trapiantato a Reggio, ma carpigiano d'adozione dato che la sua azienda, la B Design, ha sede a Carpi. Per Burani era la quarta volta a Milano, dopo aver esordito qualche anno fa come vincitore del progetto “New Upcoming Designers”. «La fashion week milanese è un'ottima vetrina internazionale anche se “osa” molto meno rispetto per esempio a quella parigina – commenta –. Per noi l'estero è fondamentale: esportiamo circa il 90 per cento della nostra produzione che è distribuita nei migliori negozi e department store di tutto il mondo». La B Design, di cui Burani è titolare e direttore creativo, è una realtà giovane (i sette dipendenti sono tutti under 40) e intraprendente che ha scelto di auto-finanziarsi per non perdere la propria identità. Il prodotto è 100 per cento made in Italy: l'ufficio stile è a Carpi, così come una parte della produzione, mentre l'altra fetta è dislocata in Puglia. «La qualità è fondamentale – dice –. Il mio target di riferimento è una donna dai 25 ai 45 anni che ama vestirsi in modo raffinato e femminile, ma anche pratico e comodo. Non è sicuramente una label addicted e preferisce un concetto di lusso semplice e discreto: si distingue per il look elegante, ricercato e stiloso che gioca con i contrasti e gli abbinamenti di materiali, tessuti e colori».
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