Presentati oggi i dati elaborati che fotografano una società con disparità sempre maggiori

I redditi dei modenesi sotto la lente di Federconsumatori: l'analisi non è favorevole

Hanno esaminato 470 mila dichiarazioni dei redditi dei modenesi per gli anni fiscali 2016-2021 e possono affermare di sapere di cosa parlano. Sono gli analisti di Federconsumatori Modena, associazione che oggi ha presentato la sua indagine sui redditi dei lavoratori e dei pensionati tracciando un quadro non certo positivo della situazione reddituale di questa larga fetta della società modenes. "Sono passati soltanto otto mesi dalla presentazione della prima indagine sul reddito dei lavoratori e lavoratrici modenesi, basata sui dati del primo CAAF della nostra regione, la CSC di Modena - ha detto oggi nel presentare il report Marzio Govoni presidente di Federconsumatori -. Ora, in modo assolutamente esplicito, abbiamo deciso di anticipare di alcuni mesi l’elaborazione e la presentazione della seconda edizione, per potere sottoporre durante la campagna elettorale quella che può essere definita l’emergenza redditi; un problema che ovviamente non riguarda solo la nostra provincia. Non solo; dopo la prima edizione ed il suo notevole impatto, abbiamo ricevuto diversi suggerimenti per nuovi ambiti di indagine, alcuni dei quali introduciamo qui per la prima volta, assieme ad una inedita analisi sui redditi da pensione nel modenese".

"Diciamo subito - afferma Govoni, spalleggiato da Elisabetta Valenti di CSC Modena - che il dato più rilevante è che a Modena crescono le differenze, si allarga la forbice dei redditi, e quelli deboli lo sono ancora di più. Allo stesso tempo i redditi del 2021, elaborati da CSC alla data del 21 agosto 2022, registrano un incremento non scontato, frutto dell’importante ripresa di quell’anno dopo la fase più acuta della pandemia. E’ certamente una buona notizia, peraltro l’unica; i nostri dati registrano un incremento generale dei redditi del 3,2 per cento, che deflazionato si attesta ad un più modesto 1,2 per cento. Dati comunque positivi, che sono accentuati nei settori dove sono stati rinnovati i contratti collettivi nazionali ed aziendali, e nelle imprese a bassa intensità di lavoro nero ed irregolare. Ma la notizia negativa è che questo recupero riguarda in grandissima prevalenza una precisa fascia di lavoratori: uomini, qualificati e over 45. Al contrario resta fermo, od arretra in termini di potere d’acquisto, il reddito dei giovani, delle donne, dei precari, di chi opera nei settori della logistica, del turismo, del commercio, della sanità privata; senza dimenticare abbigliamento ed edilizia. Tutti settori caratterizzati, in particolarenelle piccole imprese, da una maggiore incidenza dei fenomeni di irregolarità nei rapporti di lavoro". 

 

La forbice tra chi ha e chi ha meno, secondo i dati raccolti da Federconsumatori, si allarga ancora, le distanze si accentuano: "Diventa semplice - è il commento dei promotori dell'iniziativa - collegare questa condizione alla crisi demografica, alle culle vuote. In provincia di Modena sono calati quasi di un terzo i nati tra il 2008 ed il 2020. Il recupero di reddito di una porzione del modo del lavoro non deve far suonare le campane a nessuno; l’arretramento del reddito medio supera, tra il 2016 ed il 2021, in termini reali, i 900 euro, vale a dire -4,6%. Questo in attesa del terribile 2022, con l’inflazione che ha eroso in modo vistosissimo i redditi di tutti i lavoratori e pensionati. Pensionati che non sono di certo, sul fronte del reddito, esenti da problemi. Arretra sempre più vistosamente il reddito dei pensionati più giovani, arrivando alla quiescenza i lavoratori, ed in particolare le lavoratrici, con condizioni più svantaggiose rispetto al passato. Cali a volte impressionanti, e brutte notizie anche per i figli, visto che in molti casi i genitori sono il loro paracadute reddituale. Non c’è quindi nessuna guerra tra giovani e anziani, tra precari e occupati. A Modena e nel nostro paese siamo dentro ad un problema generale, ben evidenziato dall’essere l’Italia il fanalino di coda nelle classifiche europee dell’evoluzione salariale". A Modena, per l'osservatorio sui redditi di Federconsumatori, la “fascia debole” è ormai maggioritaria, mentre la “fascia intermedia” si assottiglia sempre di più. Un quadro decisamente grigio, da analizzare ulteriormente.