Sul comparto C6

La Giunta approva il piano Cmb: i rischi per il Parco Lama

Carpi – Gli uffici assicurano che non c’è malizia, nella scelta di una data come il 5 agosto, con la città a mezzo servizio e l’attenzione attutita dalla calura. Il decreto legge sulla semplificazione, affermano, impone di chiudere i procedimenti entro massimo due mesi. E così si spiegherebbe come mai l’assessore Simone Tosi si sia deciso a portare in Giunta e a fare approvare proprio in questi giorni – dandone subito notizia sul proprio blog – il piano particolareggiato di Cmb per il comparto C6, quello che coincide con un ampio pezzo del Parco Lama: una pratica che, fosse solo per questo, è in ballo da più di un anno. Delibera e convenzione, dunque, sono approvate, e senza passare per il Consiglio, come previsto dalla nuova legislazione, recependone tuttavia le indicazioni emerse nel serrato dibattito del 23 marzo scorso, culminato con l’approvazione di un ordine del giorno votato solo da Pd e Italia dei Valori. Le indicazioni accolte in delibera si riassumono nella separazione del comparto in due sub comparti edificabili, quello su via Tre Ponti, dove teoricamente Cmb potrebbe costruire da subito; e quello su via Corbolani, che viene sospeso per sette anni, considerati necessari per reperire altrove una superficie compensativa. In coerenza con questo, la via Corbolani resterà strada bianca e sarà asfaltata solo per i venti metri necessari a servire la “stecca” edificabile sulla Tre Ponti. Dove sta il punto delicato e sul quale l’aspirazione a realizzare il futuro Parco Lama portata avanti dall’Associazione entra in conflitto con il Piano di Cmb? Paradossalmente, nell’idea di parco urbano al servizio delle future villette e condomini su via Tre Ponti (e su via Corbolani), che sarà la prima opera di urbanizzazione a partire e da computare ai fini della fideiussione bancaria che Cmb dovrà sottoscrivere. Si parla, in convenzione, di una “progettazione partecipativa” dell’area verde promossa dall’Amministrazione, con costi a carico di Cmb. Ma se passeranno due anni dalla firma della convenzione senza che si arrivi a un progetto di sistemazione “partecipato”, si eseguirà quello previsto nel piano della cooperativa. «Al di là della scelta un po’ sospetta dei tempi – commenta Maurizio Marinelli, presidente dell’Associazione Parco Lama – il problema non è se riescano nei sette anni a spostare gli edifici previsti sulla Corbolani. Il problema sta piuttosto nel parco che loro hanno in mente: se lo realizzano, salterebbe l’idea di un parco città campagna e il progetto di collegamento con la Lama. Salterebbe, in altri termini, l’idea di fondo di un terzo paesaggio fra la campagna coltivata e la città costruita, sostituita, nei loro intenti, dal solito parco urbano con piantumazione di nuove essenze, vialetti, panchine, lampioni, come ne esistono tanti e con tutti i problemi di manutenzione che comporterà. Con il mercato fermo, le edificazioni sulla Tre Ponti non partiranno e quelle sulla Corbolani debbono comunque attendere. E allora – conclude – la questione più urgente diventa il parco che, una volta realizzato, renderebbe plausibili l’una e l’altra». Sono considerazioni contenute anche nelle osservazioni che, a nome dell’Associazione, lo stesso Marinelli aveva presentate e che sono state accolte per la sospensione di via Corbolani, mentre l’invito a “salvaguardare l’area centrale dell’intervento in modo tale da destinarlo a futuro parco a diretto servizio della città”, evidentemente, è stato interpretato in modo diverso. Sempre fra le osservazioni, è stata respinta quella dei 5 Stelle che chiedevano di fermare tutto per valutare prima la sismicità dell’area. Ed è stata bocciata, rinviando tutto al futuro Psc, anche la richiesta dell’Associazione Parco Lama di prevedere una progettazione unitaria, e non per comparti, dell’intero oltreferrovia. Si è deciso di accogliere, infine, un’osservazione di Alleanza per Carpi e del Pdl con questo argomento: “per i comparti C5 e C14 verranno adottate tutte le misure necessarie per garantire continuità a un progetto di riqualificazione di un intero ambito a salvaguardia delle scelte operate con l’approvazione del piano particolareggiato C6”. Che significa tutto e niente.
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