Più risorse all'Asp per il portierato sociale

Si chiama portierato sociale. E' un servizio per l'inclusione sociale previsto nel piano attuativo della sezione Povertà del Piano sociale di zona che consiste in progetti personalizzati riguardanti la popolazione fragile con l'obiettivo, secondo i casi presi in considerazione, di prevenire il degrado sociale, sostenere la domiciliarità, tenere monitorate le situazioni in carico ai servizi sociali e limitare quelle di solitudine, promuovere azioni dirette a rendere autonome le persone individuate come fragili e ritardare prospettive di ricovero ospedaliero o nelle strutture. Una determina del dirigente dei Servizi sociali delle Terre d'Argine lo ha esteso in questi giorni, assegnando 60 mila euro per il biennio 2022-2023 all'Asp, l'Azienda di servizi alla persona che fa capo all'Unione e che già lo svolge con proprie Oss, operatrici socio sanitarie, dal 2020.

 

Lo stanziamento di fondi, trasferiti dal Ministero, è diretto – si legge nella determina – a rafforzare “...gli interventi socio-assistenziali rivolti ai percettori di reddito di cittadinanza”. I quali vanno intesi non globalmente, come tutti coloro che godono del reddito per difficoltà finanziarie, bensì come persone che, alle difficoltà economiche, aggiungono una situazione di fragilità. La loro individuazione avviene tramite l'Inps, le verifiche Isee e anagrafiche con segnalazione dei casi sulla piattaforma GePi del Ministero del Lavoro. Da lì i casi vengono “prelevati” dalle assistenti sociali che, dopo aver condotto un approfondimento a tavolino del singolo caso, tracciano per ciascuna persona seguita il relativo “patto per l'inclusione sociale” da farle sottoscrivere. Da quel momento la parola passa alle Oss dell'Asp, sorta di assistenti domiciliari impegnate in servizi di prossimità e incaricate di facilitare la realizzazione del progetto con azioni che vanno dalla formazione, all'organizzazione, al monitoraggio e alla verifica. «Il patto personalizzato – sottolinea Sabrina Tellini, coordinatrice dell'area non autosufficienti/fragili dell'Unione – altro non è che una reciproca assunzione di impegni che serve per attivare senso di comunità, favorire l'integrazione ed evitare il rischio dell'emarginazione»