L'impatto del Covid, della guerra in Ucraina e degli aumenti dei prezzi sui più poveri e socialmente fragili nei dati della Diocesi

Rapporto povertà 2022: in centinaia hanno bussato alla porta della Caritas

Ci sono state le terribili ripercussioni del Covid, poi quelle della guerra in Ucraina con gli aumenti sconsiderati dei beni energetici e, a casacata, anche di tantissimi genereri di prima necessistà: il 2022 non è stato un anno facile per tutti ma soprattutto per coloro che già si trovavano al gradino più basso dell'indigenza e anche per quelli che hanno cercato di non sprofondare in quella grigia della povertà. Il rapporto 2022 della Caritas diocesana di Carpi, che ha fatto il punto sulla povertà assistita dalle sue varie espressioni solidali, riporta un impietoso quadro di famiglie che nonostante ogni sforzo non riescono a risollevarsi da una situazione che va cronicizzandosi e di nuove e vecchie emergenze che si chiamano lavoro, abitazione, crisi economica.

I dati sono stati presentati questa mattina in Curia Vescovile da suor Maria Bottura, direttrice di Caritas diocesana, e dai vari responsabili delle attività tramite le quali la Caritas e la Chiesa di Carpi cercano di affrontare il problema affiancandosi ai servisi sociali del Comune di Carpi: Emporio partecipativo Cinquepani, associazione Dedalo, Porta Aperta, Recuperandia e altre ancora che operano con il supporto di tanti volontari. Sono 25 i centri d'ascolto Caritas a Carpi e in Diocesi, 974 le famiglie che sono state ascoltate, sostenute e supportate, circa tremila persone sulla soglia dell'indigenza, 12 mila i pacchi viveri distribuiti nel corso dell'anno, circa 600 le "tessere alimentari" distribuite dall'Emporio solidale Cinquepani che funziona come un esercizio commerciale ma che raccoglie e distribuisce anche (tramite le sue tessere) alimenti e generi di prima necessità ai più bisognosi. 

 

Il 2022 è stato caratterizzato poi dall'accoglienza a circa 120 famiglie di ucraini (soprattutto mamme con bambini, per un totale di 300 persone) fuggiti dal loro martoriato paese a causa della guerra e bisognosi di tutto. Alcuni sono rientrati in Ucraina, ma molti hanno dovuto restare in Italia. Lievissima - a conti fatti - la diminuzione delle richieste d'aiuto da parte di italiani o famiglie di italiani che probabilmente hanno sopportato meglio gli aumenti dei costi delle bollette grazie ai diversi interventi messi in campo in proposito da Governo e società di gestione dei servizi; sono invece aumentati ancora - al netto degli ucraini - gli stranieri che hanno bussato alle porte della Caritas. Tantissime le iniziative messe in campo per dare un tetto a tutti, un pasto caldo a tutti, un aiuto a tutti. Un'impresa sempre più difficile, non solo per la Caritas.

(Nella foto: un momento della presentazione del Rapporto Povertà. Al centro suor Bottura, alla sua destra Vania Veronesi di Emporio Cinquepani e Alessandra Mioni di Porta Aperta.. Alla sua sinistra monisgnor Ermenegildo Manicardi, vicario genereale della Diocesi, e Fulvio Ferrarini dell'associazione Dedalo)