Calcio

E' finita: il Carpi è fuori dalla Serie C e dal calcio professionistico

Al club biancorosso resta il Tar, ma le chance sono poche: nel futuro ci sono i dilettanti. Con chi e quando, però non si sa: palla in mano al Sindaco

Dopo le notizie della tarda serata di lunedì, la mattinata di martedì ha portato anche l'ufficialità: il Carpi è fuori dalla Serie C. Il Collegio di Garanzia del Coni ha infatti respinto il ricorso del club biancorosso contro l'esclusione dal calcio professionistico (respinti anche quelli di Chievo in B, Casertana, Sambenedettese, Novara in C, con la sola Paganese che si è vista accogliere l'istanza). Dopo la bocciatura della Figc, quella del Coni significa che per il mondo dello sport italiano il Carpi FC 1909 ha perso il proprio status di club professionistico e di conseguenza perderà presto anche l’affiliazione alla Federazione. Per evitare che ciò accada, il club del presidente Matteo Mantovani ha già annunciato di voler proseguire la propria battaglia legale anche al Tar del Lazio, che dal 2018 ha assunto il potere di esprimersi anche sull’ordinamento sportivo, potendo quindi in linea teorica anche ribaltare le sentenze di federazioni e Coni. Ma se la strada è apparsa stretta e irta fin da subito - come hanno poi confermato le due bocciature incassate dagli organi sportivi -, un ribaltamento al Tar appare quanto meno improbabile.

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E adesso? Adesso la palla passa al Sindaco, che - dopo aver correttamente atteso i giudizi degli organi di giustizia sportiva - può sondare manifestazioni di interesse di potenziali soggetti che volessero far rinascere il calcio a Carpi. Operazione che non potrà però esercitare l’attuale proprietà del club, che come previsto dalle normative federali non potrà ricoprire ruoli dirigenziali per almeno cinque anni in seno a club affiliati alla Figc. Tramite i propri canali social, il primo cittadino Alberto Bellelli ha già fatto sentire la sua voce in proposito: "Ho appreso della brutta notizia che esclude il Carpi Calcio dalla serie C, io rimango convinto che non possiamo disperdere la grande storia  di questa squadra e la passione di centinaia di tifosi. Il mio impegno va in questa direzione".

Nel caso in cui il Sindaco dovesse individuare una società interessata a far rinascere il calcio carpigiano, questa potrà chiedere alla Federazione di ripartire dalla Serie D o in seconda battuta dall’Eccellenza, ma dietro ad un cospicuo versamento a fondo perduto: nel primo caso sono infatti necessari 300 mila euro, che diventano 100 mila per l’Eccellenza, ovvero il massimo campionato regionale.

Un panorama desolante e incredibilmente lontano anni luce da quei San Siro e Olimpico calpestati solo cinque anni fa, ma che potrebbe anche non essere il peggiore, perchè c’è anche il rischio che - con i tempi così stretti - nessun imprenditore raccolga la possibilità di far rinascere un nuovo Carpi. E allora si prospetterebbe almeno un anno senza squadra cittadina. Dopo 112 anni di calcio ininterrotto, prima sotto il nome di Jucunditas, poi Ac Carpi, Carpi Calcio e infine Carpi FC 1909. Chi sarà l'erede di questa tradizione lunga oltre un secolo?