Storia - Il sepolcro in un antro, ci viene riferito, che pare un ripostiglio da canonica

Ciro Menotti dimenticato nella chiesa di Spezzano

Ciro Menotti? Carpigiano o modenese? Dove è nato, dove è morto, dove è sepolto? Sembrerebbe un quiz degno de “L’Eredità”, la trasmissione tv di successo condotta da Flavio Insinna. Eppure è proprio così: di Ciro Menotti, patriota e martire del Risorgimento Carpi ha perso la memoria corta, o quasi. Troppo spesso infatti pare che la sua "Memoria", a Carpi, si fermi ai tempi della Resistenza, del campo di concentramento di Fossoli e delle battaglie partigiane contro i nazi-fascisti. Mentre infatti non mancano le ricorrenze, le celebrazioni e le iniziative per ricordare quel triste periodo storico, raramente ci si rammenta di personaggi ed eventi, che pure sono tutti carpigiani, e che hanno lasciato traccia sui libri di storia ma molto meno nella memoria della città. E' il caso di Ciro Menotti, patriota, protagonista del Risorgimento, martire nel tentativo di riscattare il ducato di Modena e Reggio dal giogo austriaco. Ciro Menotti, nato il 23 gennaio del 1798 a Migliarina da una famiglia di imprenditori carpigiani dell'arte del cappello di paglia, "figura di rivoluzionario impavido e di eroe romantico - come viene ricordato oggi nei libri di testo -, diventò nella coscienza degli italiani dell'Ottocento un grande patriota: fu infatti considerato un precursore non solo dei moti del 1831, ma anche dell'intero Risorgimento, tanto che Giuseppe Garibaldi volle usare il suo cognome come nome per il proprio figlio primogenito". La figura dell'eroe ci è stata “scippata”, in qualche modo, da Modena che dedicando a Ciro un monumento in piazza Roma, davanti al palazzo ducale, di fatto si è appropriata del Carbonaro carpigiano facendolo "modenese". Anche ai Modenesi, tuttavia, non saprebbero che rispondere alla domanda: dove è sepolto il patriota, l'eroe e il martire della libertà nazionale? Ebbene, la risposta è: Ciro Menotti è sepolto a Spezzano di Fiorano Modenese, in una cappella all'interno della chiesa parrocchiale. Anche lì, purtroppo, nell'abbandono e nella dimenticanza. Luci spente, nel sacrario in cui sono state traslate le spoglie di Ciro e della sua famiglia; anche quella della lampada votiva che dovrebbe rimanere perennemente accesa: Qualche cartellone parrocchiale dismesso appoggiato su un lato della cappella completa un quadro di incuria che stona con il luogo. "La cappella  dove riposa il nostro Ciro – riferisce a Voce un carpigiano, che ha recentemente visitato quel luogo – é diventata un antro oscuro ed una specie di semi-ripostiglio da canonica. Impossibile leggere le iscrizioni della pietra tombale, impossibile vedere lo stemma di Carpi e delle altre città a lui legate , perché é tutto buio e apparentemente non c'è l'interruttore della luce. Nel cimitero  attiguo é ben visibile invece, perché all'aperto, la vecchia pietra tombale, antecedente il rifacimento della cappella”. 

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