Con i suoi 4,5 milioni è il maggior investimento comunale del 2019

Quella strana idea per Fossoli

Incide sul totale per un milione. Il Centro visitatori, prima pensato in un’area libera, ora dovrebbe sorgere demolendo la baracca ricostruita nel 2004. Con motivazioni che lasciano perplessi.

A conti fatti, è l’opera più importante nella quota 2019 del piano triennale degli investimenti. Comporterà una spesa complessiva, gravante  su Stato e Regione, di 4,5 milioni di euro che supera abbondantemente quella per il primo stralcio del Torrione degli Spagnoli. Il Sindaco ne parla con orgoglio nella sua ultima relazione al bilancio, definendolo “un grande cantiere che ci accompagnerà fino al 2023”. Eppure nessuno ne parla. Nessuno parla cioè delle idee, alcune davvero discutibili, per non dire eccentriche, che stanno venendo avanti in quel think tank delle opere pubbliche che è l’assessorato di Simone Tosi. Sono le idee contenute in due progetti di fattibilità tecnica ed economica approvati a febbraio dalla Giunta e che riguardano uno la costruzione di un nuovo Centro visitatori per il Campo di Fossoli, del costo di un milione di euro, finanziato al 50 per cento ciascuno da Stato e Regione. L’altro progetto riguarda la “Valorizzazione del Campo come luogo di memoria” e può contare su un finanziamento di 3,5 milioni deciso con decreto del 29 settembre 2017 del Ministero per i Beni artistici e culturali, all’epoca ancora guidato da Dario Franceschini. I due progetti, firmati entrambi dall’architetto Cesare Sereni e dal geometra Davide Ferraro, si completano: il Campo, grazie all’intervento più costoso, dovrebbe essere completamente visitabile, con le baracche consolidate e parzialmente recuperate, la vegetazione rimossa e irregimentata, i percorsi ripristinati esibendo, all’ingresso, la reception rappresentata del nuovo Centro visitatori. Le idee che disorientano non poco incominciano proprio con quest’ultima idea. Il Centro visitatori da un milione, fino a qualche tempo fa, in un altro progetto, sempre firmato da Sereni, era previsto sorgesse nell’unica area libera dentro il perimetro del Campo, nel suo spigolo di sud est. Il progetto, che ricalcava quello dell’architetto Isabella Colarusso, prevedeva  che vi si potesse accedere da via Remesina lungo un corridoio carrabile ricavato in parallelo al lato sud. Ora è stato ripudiato e sostituito dalla  nuova soluzione. Con quali motivazioni? Qui davvero si entra nel surreale. La prima: l’attuale baracca ricostruita nel 2004 “è incongruente con le attuali necessità di accoglienza al Campo”. Secondo motivo: l’area precedentemente individuata è soggetta a vincolo ambientale condiviso dagli estensori del progetto, dovuto alla presenza del canale Gavasseto. Terzo motivo: sarebbe stato difficile “schermare o mitigare o integrare”  un nuovo grande edificio dentro quell’area posta a sud est che avrebbe comportato anche l’esproprio del terreno necessario a costruirci sopra il collegamento carrabile con la Remesina e i parcheggi. Da qui il nuovo progetto: individuare il luogo di primo approdo dei visitatori nella baracca ristrutturata, da demolire – era stata definita “inadeguata” – per realizzare al suo posto “una nuova costruzione”, recuperando per l’accoglienza al campo altre sei baracche da conservare e valorizzare. 

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