La fretta della Giunta (dopo tanti rinvii) contestata dal centro destra

Verso il Pug ma c'è chi frena

La sigla sostituisce Prg nella legge urbanistica regionale del dicembre scorso. Nel periodo natalizio, nascosto dal clamore delle indagini, è partito ed è già scaduto il bando per incaricare uno studio

Ha avuto quanto meno un effetto  positivo, la polemica che ha contrapposto  e poi riallineato  nei giorni scorsi i consiglieri  Massimo Barbi e  Roberto Benatti sulla  sospensione dell’affidamento  dell’incarico per  il nuovo Piano urbanistico  intercomunale.  Ha portato infatti  alla luce che durante le  festività di fine anno,  decisamente in sordina  dato il clamore sollevato  da altri eventi, è stata  avviata e condotta a  buon punto una pratica  attesa e rinviata, almeno per quel che  riguarda Carpi, da un decina d’anni. È  la ricerca di uno studio tecnico al quale  affidare il nuovo piano regolatore. Non  più con questo nome, perché la nuova  legge urbanistica regionale approvata  nel dicembre scorso lo ha ribattezzato  Piano urbanistico generale (Pug). E non  più relativo alla sola Carpi ma, come è  stato deciso dal Consiglio dell’Unione  nell’ottobre scorso, su una scala più  ampia che abbraccia tutti e quattro i  Comuni delle Terre d’Argine: oltre a  Carpi e Novi, che datano i rispettivi  Prg al 2000 pur con numerose varianti  legate soprattutto ai piani di ricostruzione,  anche Soliera, che invece lo ha  adeguato fin dal 2003 alla precedente  legge regionale, e Campogalliano che ci  è arrivata nel 2015.  La cosa era di particolare urgenza  per Carpi che campa ancora su un Prg  due volte anacronistico: non allineato  cioè alla legge urbanistica regionale del  2000, rispetto alla quale è stato completato  solo con la concessione di una  deroga; e tanto meno adeguato all’ultima,  del 2018, appena varata. E che il  Prg del 2000 non sia più all’altezza di  tempi che richiedono con insistenza lo  stop al consumo di suolo e misure di  rigenerazione del tessuto  urbano esistente è stato  denunciato un po’ da tutti  gli schieramenti politici,  ovviamente di minoranza.  Tant’è che il famoso Psc  – il nome dello strumento  urbanistico introdotto  dalla legge regionale del  2000 – è stato invocato a  lungo, promesso e continuamente  rinviato, complice  anche il sisma che ha  funzionato da formidabile  scusante per le giunte  Campedelli e Bellelli e  per l’assessore che le ha idealmente  congiunte sul terreno  dell’urbanistica, vale a  dire Simone Tosi.  

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