Acquedotto di Carpi: investimento di livello europeo, bloccato da 150 metri di contenzioso

L'acqua buttata via prima di arrivare nei rubinetti in Italia raggiunge i 3,4 miliardi di metri cubi che equivalgono a 156 litri al giorno per abitante. Significa il 37,4 per cento di acqua dispersa (ma è un dato del 2012, anno al quale risale l'ultima rilevazione ed era già in aumento rispetto al 32,1 per cento rilevato quattro anni prima). Il 60/70 per cento della rete idrica ha più di trent'anni, il 25 per cento supera i 50. E risulta, sempre secondo dati del 2012, che l'Italia sia fra i maggiori consumatori di acqua potabile fra i paesi europei, dopo Cipro, Irlanda e Lettonia. Dove sta la notizia, visto che si tratta di dati conosciuti da tempo? Sta nel fatto che fra i progetti presentati dall'Italia per ricevere i fondi del Recovery Plan, alla voce "Tutela del territorio e della risorsa idrica” la previsione di spesa complessiva ammonta a 4,38 miliardi di euro, dei quali 2 sono previsti per “investimenti primari per la sicurezza della fornitura d'acqua” e 900 milioni per la riduzione delle perdite delle reti idriche. E ora alcune fonti di stampa riferiscono che questo stanziamento basterà a rattoppare solo la metà dei buchi. Alla luce di questi dati si comprende l'importanza dei 13,5 milioni stanziati da Aimag nel 2018 per effettuare, in tre stralci, la sostituzione dell'adduttrice e il rifacimento dell'anello principale dell'acquedotto di Carpi, nel contesto di un investimento complessivo di 79 milioni nel quadriennio 2019 2022 della multiutility a sostegno del sistema idrico integrato: un investimento che, con i suoi 80 euro di spesa pro capite – il doppio della media italiana – colloca il territorio servito da Aimag a livello europeo.

 

 

Questo va sottolineato, anche se, fra Covid e ostacoli burocratici, si sono verificati alcuni ritardi (che lasciano prevedere l'arrivo dell'acqua tramite la nuova condotta non prima della fine di quest'anno, dopo che era stato promesso per la fine del 2019 e poi per i primi mesi del 2020. Quali ostacoli, in particolare? Il principale, come già spiegato in un nostro servizio del dicembre scorso, è il tavolo di confronto tra Comune di Rubiera, Aimag, Atersir, Provincia di Reggio Emilia, Aipo e soggetto attuatore del Piano Estrattivo convocato per equilibrare nel Piano estrattivo le diverse necessità che riguardano quel territorio. E' quello che frena la realizzazione del cosiddetto "ultimo miglio”, i 1.500 metri tra la nuova condotta e la falda acquifera della conoide del Secchia che mancano per arrivare dagli attuali 13,5 ai 15 chilometri complessivi dell'adduttrice. Ma è un problema risolvibile, si spiegava già sei mesi fa, collegando provvisoriamente – al di là della linea Autostrada e Alta velocità – la vecchia condotta da 600 millimetri con la nuova adduttrice e mettendo in esercizio la tubazione già stesa senza dover attendere il miglio mancante. Il nodo che continua invece a bloccare tutto sono 150 metri, questa volta interni a una lottizzazione nel territorio di Carpi per il quale tra il privato proprietario e il Comune si stanno formalizzando gli ultimi passaggi amministrativi necessari alla consegna delle opere di urbanizzazione. Ma lo si scriveva in questi stessi termini già sei mesi fa.