Un rinnovo edilizio senza vantaggi per la via

E c’è chi ha avuto il coraggio di chiamarla rigenerazione urbana

Quando il 12 luglio 2018 arrivò al vaglio del Consiglio comunale, la convenzione con la proprietà per la destinazione del comparto della ex fabbrica Migor a sede di un supermercato fu approvata all’unanimità, con la sola astensione dei 5 Stelle. L’assessore dell’epoca, Simone Tosi, lo definì un “intervento di rigenerazione urbana”, giustificando con questo la riduzione degli oneri di urbanizzazione. Tutti, anche gli astenuti pentastellati, si pronunciarono favorevolmente su questa prospettiva di “rigenerazione urbana” e qualcuno definì l’intervento addirittura “avveniristico”, eccependo tutt’al più sulla sistemazione del verde. A pochi mesi dall’inaugurazione, fatto un raffronto tra la situazione preesistente e quella che si è venuta a creare, per la “rigenerazione” si può senz’altro concordare, nel senso che un vecchio edificio fatiscente è stato sostituito con uno nuovo. Ma sull’aspetto “urbano”, se con questo si intende la ricaduta urbanistica, c’è solo da constatare che nulla è cambiato. Anzi. Cieco e senza valore per il quartiere era il lato ovest della vecchia fabbrica; ugualmente cieca e senza alcun arricchimento per il quartiere risulta la parete ovest del nuovo supermercato Aldi che ha riservato quasi al solo fronte nord le vetrate e l’illuminazione. In altri termini, la via Colombo non è stata rigenerata per niente ed è anzi stata ulteriormente penalizzata e avvilita se si considera che questo lato che si prende l’imbocco della via è stato privato anche delle scarne alberature preesistenti e viene utilizzato come spazio di servizio per l’impiantistica e i contenitori dei rifiuti. Un velo pietoso va steso poi sul mantenimento della fascia verde di separazione, promessa in quella circostanza, ma ridotta a una miserevole aiuola incastonata fra asfalto e piastrelle. Il bello è che esiste, a supporto degli uffici tecnici comunali per il rilascio di autorizzazioni a interventi edilizi, una Commissione pomposamente chiamata “Per la qualità architettonica e il paesaggio”, composta, oltre che da due architetti comunali, uno di Carpi e uno di Novi, anche da un ingegnere e quattro architetti esterni, uno dei quali “architetto del paesaggio”. Dov’erano tutti quanti, quando venne autorizzata questa forma di “rigenerazione” che ha ancora più impoverito via Colombo?

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