Il castello restituito al paese
SOLIERA – Lui, il sindaco Roberto Solomita, sembra non avere dubbi: «Per l’1 luglio il cantiere dovrebbe essere concluso come nei piani e il castello Campori potrà essere restituito ai Solieresi». La scadenza del primo di luglio 2016 è quella contrattualmente concordata con la società Scianti che sta curando i lavori di ristrutturazione post-terremoto dell’antico maniero di Soliera il quale affonda le sue radici nei secoli bui del medioevo. Una prima notizia su un accastellamento a Soliera è stata ritrovata in un documento del 1106, praticamente coevo con le prime notizie del vicino castello di Carpi. Dallo scorso mese di ottobre la rocca di Soliera, acquistata dal Comune nel 1990 dagli ultimi proprietari, è oggetto dei lavori di recupero a seguito dei danni riscontrati dopo il terremoto del 2012.
Quasi novecentomila euro la spesa globale prevista, finanziata dalla Regione con i fondi del terremoto, per recuperare il piano nobile del castello e consolidare le volte del sottotetto fra la torre dell’orologio che sovrasta l’antico accesso al borgo e la torre di nord est. «Probabilmente – mette le mani avanti il Sindaco – non faremo a luglio una inaugurazione ufficiale vera e propria. Mancheranno a quel punto ancora gli arredi e si dovrà attendere l’allestimento degli interni. Ma confido che tutto vada a posto in tempi ragionevoli». Il recupero del piano nobile consentirà di riportare in quelle sale la biblioteca cittadina che attualmente è stata in parte spostata al piano terra e in parte (la “Biblioteca dei Ragazzi”) trasferita nel centro sociale del Mulino.
Al piano terra verranno ricavati gli spazi per una sorta di centro culturale con le sedi delle associazioni locali, il Centro studio solierese e l’associazione Amici dell’Arte. L’acetaia comunale, che in un primo tempo avrebbe dovuto trovare la sua sede nei sottotetti del castello, probabilmente invece verrà collocata in locali dell’ammezzato. Ma i punti interrogativi sono ancora parecchi: nonostante l’ottimismo del primo cittadino, infatti, non sono stati ancora avviati i complessi lavori di ripristino della torre di nord-est che appare la più compromessa fra le ex strutture difensive del castello. Forse tre mesi, tanti ormai mancano alla fine preventivata contrattualmente dei lavori, non basteranno per completare anche questa opera. È invece probabile che entro la data limite sarà possibile liberare completamente la torre dell’orologio che sovrasta il passaggio fra piazza fratelli Sassi e piazza Lusvardi. E con l’eliminazione dei ponteggi, verrà anche tolto il variopinto telo artistico realizzato da Giorgio Bartocci, trentaduenne artista di strada con un notevole curriculum alle spalle, collocato a metà ottobre dello scorso anno.
Che fine farà la coloratissima opera, di urban artist writing? “L’installazione delle opere di Bartocci – si affrettano a sottolineare in Municipio – è stata curata dalla Scianti, la società appaltatrice dei lavori. Non è stata pagata dal Comune. Difficile dire che cosa ne sarà di questo immenso telo dipinto una volta tolto il ponteggio. D’altra parte è normale per questo tipo di arte urbana che una volta cessato il suo scopo d’essere, venga distrutto o riutilizzato altrove».