Forse perché ora si chiama Palazzo Pio?

Nel circuito dei castelli quello di Carpi per la Regione non esiste

Sarà perché ormai in alto loco lo hanno ribattezzato “Palazzo”, sarà perché da sempre ai Carpigiani gli unici turisti che interessano sono quelli che vengono a comperare la moda del Made in Carpi. Sta di fatto che, ancora una volta, Carpi nei programmi turistico- culturali della Regione Emilia Romagna non compare. La Regione, infatti, ha lanciato in questi giorni una campagna promozionale sui castelli e le rocche emiliano-romagnoli con una serie di iniziative che, ruotando intorno alle torri e alle merlature degli antichi manieri di casa nostra, intende promuoverne la conoscenza e, al tempo stesso, sostenere il turismo, l’ambiente e l’enograstronomia. Tutte cose che a Carpi certamente non mancano: i merli del “palazzo” dei Pio non sono meno attrattivi di quelli della rocca di Sestola, l’ambiente e le cento offerte enograstronomiche della nostra campagna possono stare alla pari con quanto proposto da Vignola o Formigine. Eppure Vignola, Spezzano, Sestola, Formigine e Levizzano Rangone hanno piazzato i loro castelli nel circuito dei “60 castelli dell’Emilia Romagna” come altrettanti gioielli architettonici, Carpi no. Occasione (ennesima) mancata per la promozione del territorio e centrata invece dal circuito propagandato dalla Regione sul suo sito istituzionale e che trova eco in quello dei rispettivi enti di turismo provinciali e locali. Dalla rocca Sanvitale di Fontanellato ai castelli di San Leo e di Canossa, è tutto un fermento di iniziative che già dal prossimo ottobre proporrà a turisti, curiosi, appassionati di storia, di vini e di buon cibo l’iniziativa “Oh, che bel castello”. Cinque, si diceva, i castelli modenesi, sessanta in tutto quelli presentati con scheda introduttiva storico-artistica sul web regionale ed interfacciato con quello di altri promotori turistici. A Carpi ci accontenteremo di ospitare “a palazzo” coloro che capiteranno qui quasi per sbaglio.

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