Prorogato un piano particolareggiato dall’indice altissimo? Fallita la proprietà, a chi conviene ora?

Qualche domanda sull’area Silan

C’è molta attenzione, in città, sul destino della cosiddetta “area Silan”, uno dei lotti di proprietà della Dmr degli eredi del fondatore dello stabilimento, Renato Crotti, messi all’asta dal Tribunale di Modena, ma rimasto invenduto. Si spiega con il fatto che la forma stessa del lotto – una specie di U che abbraccia il parco già da tempo realizzato sull’area di cessione – richiamerebbe un ampliamento, dell’area verde in una zona congestionata di suo, piuttosto che la corona di condomini (19, per 200 appartamenti, se si include anche il lotto su via Cimabue, già venduto all’asta) permessi dal piano attuativo tuttora in vigore. Una richiesta in tal senso, con l’invito al Comune a farsi avanti per l’acquisto, è giunta dal Presidente della Consulta per l’Ambiente, Angelo Frascarolo.

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I motivi per il quale quel piano, la cui convenzione, approvata nel 2005, variata nel 2009 e pertanto scaduta nel 2019, sia stato prorogato il 21 maggio 2019 di altri cinque anni, si ricavano dalla lettura di quella delibera che fu uno degli ultimi atti della Giunta Bellelli Uno. Intanto, va detto che la richiesta dei cinque anni era stata ribadita dal presidente della Dmr, Daniele Crotti, dopo che in un primo tempo il Dirigente aveva accordato solo tre anni di proroga. La delibera non fa altro che prendere atto delle motivazioni addotte dal richiedente, aggiungendone anche altre: le difficoltà del mercato immobiliare, la crisi economica che scoraggiava gli investimenti, le riserve degli istituti bancari a concedere mutui, il tutto aggravato dal sisma del 2012. In più nella delibera veniva precisato che proroghe superiori ai tre anni sono di esclusiva competenza della Giunta e non del Dirigente, una volta valutato lo stato delle opere di urba-nizzazione. Ed essendo state in gran parte realizzate, a partire dal parco già ceduto al Comune, la Giunta aveva ritenuto concedibile la proroga per consentire alla Dmr di edificare tutti i lotti residui.

Ma perché tanta determinazione a lasciar portare a termine un piano che ha potuto avvalersi di indici costruttivi molto elevati? Poteva aver senso nel 2005, quel piano, per incoraggiare la Dmr a liberare l’area dallo stabilimento della Nuova Silan, come sostenne l’allora assessore all’Urbanistica Mirco Arletti: ma visto che non è riuscito a partire, perché insistere dieci anni dopo, prorogandolo negli stessi termini? Forse per riconoscenza verso gli eredi Crotti, che alla fine hanno regalato al Comune 11 mila metri quadrati di verde di cessione (il parco Unità d’Italia) senza aver potuto posare una sola pietra, con l’eccezione del condominio di via Cimabue? Ma nell’ottobre 2020 la Dmr è fallita, gli eredi Crotti si sono fatti da parte e a chi interessa davvero mantenere inalterata l’attrattività del lotto, conservandone tutta quella generosa edificabilità? Al curatore fallimentare o a qualcun altro?