Opere - Ausl, Comune e Diocesi: tempi biblici prima che le decisioni diventino cantieri

Troppi lavori tra il dire e il fare

Di Fabrizio Stermieri

Doveva essere “l’anno buono” per dare corpo a tante realizzazioni pensate, progettate e deliberate negli anni precedenti. Un anno denso di “tagli di nastri inaugurali” e di rendicontazioni di milioni di euro destinati ad opere pubbliche di grande rilevanza sociale e anche di notevole “ritorno di immagine” politica. Invece il 2018 appena conclusosi può giustamente definirsi un anno grigio, tendente al nero, per quanto riguarda le grandi opere che ci si sarebbe atteso di vedere concludere o, quanto meno, avviare a conclusione. Ne tracciamo un bilancio, esemplificativo e non certo esaustivo, con l’avvertenza che tempi lunghi (a volte imposti dal Codice degli Appalti sotto la cui scure vengono regolati gli appalti pubblici), ritardi “tecnici”, inopinati fermi-lavori e disavventure varie hanno coinvolto non solo gli enti pubblici locali ma anche, in qualche caso, enti e associazioni private ma di grande rilevanza pubblica, come per esempio Curia Vescovile e Fondazione Hospice.

L'accesso è riservato agli Abbonati

Se sei già abbonato, accedi per vedere l'articolo completo

Accedi

Accesso completo al sito, più l'
abbonamento digitale annuale

Vi permette di accedere a tutti i contenuti web di VOCE.it e di ricevere la newsletter quotidiana VoceCittà con le notizie del giorno, Voce settimanale digitale e Voce mensile digitale di approfondimento, direttamente al vostro indirizzo mail. Costo Annuo 29€
Abbonati