Ma nel Pums che approda al Consiglio ci sono anche tre zone 30 in più

Ztl in tutto il centro ma quando non si sa

Approda al Consiglio comunale il Pums, il Piano urbano per la mobilità sostenibile firmato Sisplan Bologna, negli stessi giorni in cui la Giunta conferisce a una delle sue autrici, l’ingegner Alberta Chierici, l’incarico di mobility manager, scoperto da quando il geometra Paolo Gualdi ha lasciato il lavoro. Sarà una garanzia che le linee contenute nel Piano troveranno anche pratica attuazione? Questo lo dirà solo il tempo. Intanto, con il Pums arrivato al traguardo dell’approvazione, si conclude un lungo e faticoso percorso cominciato addirittura nel dicembre 2015, con l’adesione del Comune di Carpi alle linee di indirizzo per l’elaborazione dei Pums dettate dalla Regione. Qualche mese dopo nell’aprile 2016, c’è stato l’incarico al Gruppo Sisplan di Bologna e nel novembre dello stesso anno l’approvazione delle linee di indirizzo elaborate dallo stesso Gruppo. L’adozione è avvenuta sotto la Giunta precedente, nel febbraio 2019. E dopo la rituale informazione a tutti gli enti interessati e l’arrivo delle osservazioni, a partire da quelle della Regione – ma anche di Bonifica, Wwf, Autobrennero, Fiab, Arpae e associazioni di categoria – alcune accolte, altre solo in parte e altre ancora rifiutate, ecco che con l’approvazione chiesta al Consiglio il Pums diventa un vero e proprio strumento urbanistico. Praticamente il Piano regolatore della mobilità che, lo ha precisato in Commissione consiliare l’assessore Marco Truzzi, potrà anche essere “ritarato” in corso d’opera, ma che resterà a lungo il riferimento strategico per tutte le scelte in questo ambito.Nel merito, l’analisi del Piano elaborato da Sisplan richiede molta pazienza e sforzo di comprensione. Si compone di cento e passa pagine e occorre arrivare alla cinquantesima, o giù di lì, per trovare le prime indicazioni pratiche relative a Carpi, essendo la prima parte tutta incentrata su obiettivi generali, dati e approfondimenti metodologici. Si capisce anche che tutte le misure adottate per il comparto cosiddetto “dei poeti e dei navigatori”, compreso tra le vie Colombo e Bollitora (sensi unici, zone 30, rotatorie disegnate), sono da considerare un test preliminare alla confezione del piano complessivo. E che la Rete per la mobilità di emergenza (Rme) in corso di attuazione in queste settimane, altro non è che l’anticipazione, dettata appunto dall’emergenza Covid, delle misure sulla ciclabilità. L’obiettivo di fondo del Pums si traduce in quattro parole d’ordine: “Carpi facile”, nel senso di accessibile, comoda, senza ostacoli, aperta a tutte le età; “Carpi a rischio zero”, che riduce cioè al massimo i rischi di incidentalità sulle strade; “Carpi città 30”, da intendersi come creazione di isole ambientali dove il transito veicolare abbia questo limite di velocità e non sia di attraversamento, così da restituire vivibilità agli spazi urbani. L’obiettivo più curioso è il quarto – “Carpi fattibile” – per il quale si dice in sostanza che le cose previste vanno poi fatte, collegandole a specifici piani di intervento, con impatto e riscontro immediati e a costi contenuti, senza agganciarli a programmazioni a lungo termine e dai costi astronomici. I tempi, quando si parla di strumenti urbanistici come questo, sono sempre importanti. Gli estensori del Piano ne sono consapevoli, tant’è che individuano tre scenari con termini fissati nel breve (il 2021), nel medio (2025) e nel lungo periodo (2030). L’attenzione, inevitabilmente, viene attratta dalle azioni previste per il primo dei tre scenari, praticamente in corso di attuazione, se si considera che già molte scelte sono incluse nella Rme della mobilità ciclabile. La cosa che farà sussultare commercianti e pubblici esercenti – ma non è una novità, essendo già contenuta nel Pair – è di sicuro l’indicazione del 2021 come termine per l’estensione della Ztl a tutto il centro storico. È una misura che si basa sulla convinzione, ribadita più volte da Sisplan nelle pagine del Piano, che la disponibilità di 490 posti auto in centro nell’ora di punta diurna sia sufficiente a soddisfare l’attuale domanda di 530, tenendo conto che parte dei veicoli rilevati avrebbero comunque libero accesso alla Ztl. Sapendo bene che si tratta di un terreno minato, l’assessore Truzzi si è affrettato però a precisare, in Commissione, che in realtà la Ztl “...avrà un traguardo temporale più ampio, comunque da sottoporre alla condivisione e alla governance”. Per dire, insomma, che se ne parlerà ancora e che non si farà entro il 2021, anche perché per adattare lo spazio urbano del solo corso Roma i costi ammonterebbero a 900 mila euro, quasi il doppio dello stanziamento dello scorso aprile.

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