Insieme al costo è l’intrico semaforico quello che sta sollevando le maggiori critiche

Una pedalata fra i semafori

Positiva la ripulitura del viale, negative pavimentazione e viabilità

Carpi – Cinquecentonovantamila euro per duecentoventicinque metri di pista ciclabile: oltre 2 mila 600 euro al metro, facendo i conti della serva. La notizia dell’inaugurazione del nuovo percorso ciclopedonale intitolato allo scomparso ecologista, pacifista e giornalista trentino Alexander Langer (peraltro ignoto ai più) se da una parte ha messo finalmente termine a un percorso amministrativo lungo più di tre anni e costellato di ripensamenti (e rifacimenti), realizzando un percorso ciclabile di collegamento fra il centro storico e la stazione ferroviaria, dall’altra ha scatenato un putiferio di commenti, qualcuno anche malevolo, sul risultato finale dell’operazione. 

Al di là del costo dell’opera, finanziata al 65 per cento dalla Regione con apposito stanziamento e che comprende anche l’installazione delle gabbie per il ricovero delle bici (sessanta posti, occupati attualmente per circa la metà), “la manutenzione straordinaria effettuata sulle aiuole” nonché l’eliminazione degli avvallamenti della pavimentazione di viale Dallai (ma questo era il minimo che si potesse pretendere), ha destato commenti negativi la collocazione di una selva di semafori davanti al piazzale della stazione ferroviaria e anche la sistemazione di quello all’incrocio fra via Dallai e via Nicolò Biondo e viale Ariosto. 

Ma vediamo di essere imparziali e di segnalare le note positive e quelle negative. Le positive: è pur sempre una pista ciclabile, l’inizio – assicura il Comune di Carpi – di un tratto futuribile, la pista ciclabile numero sei, che raccorderà il centro storico con via Cavata e l’oltreferrovia. Quando? Allo stato attuale dei fatti non si sa. Altro fatto positivo: l’entrata in funzione delle gabbie per il ricovero protetto delle biciclette, con i loro sessanta posti disponibili. Una struttura appositamente studiata e dotata di accesso con chiavi speciali (“Un utilizzo pacifico di un sistema studiato per scopi militari”, assicura l’assessore Cesare Galantini, e non c’è motivo di dubitarne). Le panchine in marmo sono state restaurate. Gli impianti semaforici, infine, sono dotati di sistema sonoro che consente il passaggio pedonale in sicurezza anche ai non vedenti. 

Passiamo ai “contro”, rilevati da numerosi cittadini al loro primo impatto con questa nuova realizzazione. Del costo dell’operazione s’è già parlato. Qualcuno ritiene che con la stessa spesa si sarebbe potuto tentare un attraversamento ciclopedonale della ferrovia, ma è solo una ipotesi. Ma per restare alla pista realizzata, intanto la pavimentazione della ciclabile, a cubetti di porfido pare destinata a diventare presto un percorso a ostacoli per i ciclisti. Poi la selva di semafori che caratterizzano ora il tratto finale di viale Dallai e il piazzale della stazione ferroviaria: si sono già cominciate a vedere code piuttosto lunghe laddove il traffico scorreva altrimenti tranquillo e le emissioni di gas, in loco, sono già sensibili. I semafori che sono stati posti all’uscita del parcheggio autocorriere, dopo un giorno di prova, sono stati subito oscurati. Segno che qualcosa nel sistema di viabilità complessiva deve ancora essere messo a punto. 

Infine, qualche problema anche sull’incrocio davanti all’Hotel Touring: un semaforo in più per chi svolta a destra da via Nicolò Biondo e una barriera gialla che costringe chi proviene dal centro e svolta a sua volta a destra per via Nicolò Biondo a prenderla larga: lo scuolabus del Comune, per impegnare la curva, ha dovuto invadere la corsia opposta, altrimenti non ce l’avrebbe fatta. 

Nelle foto, le nuove barriere all’incrocio fra via Dallai e via Nicolò Biondo, l’impianto semaforico e le chiamate per i pedoni in piazzale della stazione ferroviaria. Si notano già le prime code

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