«Che cosa saremo da qui a quindici vent’anni, se va avanti così? Una enorme casa di riposo, mentre la mescolanza etnica diventerà necessaria, altrimenti non riusciremmo a compensare ». Non ha dubbi, Ruggero Alberto Consarino, specialista ostetrico ginecologo in servizio al Consultorio di via don Luigi Sturzo, quando gli si sottopongano i dati dell’ultimo Rapporto Istat sulla popolazione e quelli dell’Annuario statistico comunale, entrambi relativi al 2017. Sono dati omogenei e paralleli nella loro cruda essenzialità e che per Carpi si potrebbero riassumere così: si muore più di quanto si nasca (saldo naturale negativo); le culle si svuotano; cala il tasso di fecondità delle donne, italiane, ma anche delle straniere, mentre l’età media delle partorienti si alza sempre di più, avvicinandosi ai 35 anni.
16 Dicembre 2018
Il fenomeno rilevato dal Rapporto Istat nella analisi di Ruggero Consarino
Nelle culle vuote una crisi di civiltà
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