Bellelli e Rizzo Nervo hanno presentato la loro Fabrique: luogo di pensiero lungo, fino oltre il ''campo largo''

Tutto sommato è apparso giusto che ad aprire la sfilata dei testimonial sul palco allestito per la presentazione allo 02 Oxygen di via dell'Incisore, a Bologna, di Fabrique, l'associazione politico-culturale creata dal parlamentare Pd Luca Rizzo Nervo e dal Sindaco di Carpi, Alberto Bellelli, sia stata Anna Maria Baietti, direttrice dell'Unità Operativa di Chirurgia maxillo facciale dell'Ausl del capoluogo regionale. Cercare di conferire dei precisi connotati alla nuova creatura è stato infatti il compito principale che si sono assunti i due fondatori davanti alla platea di circa 250 persone convenute per l'occasione. Allo stesso modo è ricorso spesso il concetto del "metterci la faccia”, come è stato chiesto alla manager Elena Pagliani, all'uomo di comunicazione Maurizio Marinelli, al sindaco di Casalecchio, Massimo Bosso, a Loredana Ligabue, madrina della prima legge regionale italiana sui caregiver familiari, che si sono alternati al microfono.

Che cos'è dunque Fabrique, questa sigla voluta da due che, a scanso di sospetti correntizi, come si è affrettato subito a precisare Bellelli si sentono orgogliosi di essere dirigenti del Pd, che vogliono bene al Pd e che dentro al Pd continueranno a discutere? Prima definizione, dunque: “uno strumento un po' fuori dal Partito per portare al Partito qualche cosa in più”. Poi lo ha precisato ulteriormente Luca Rizzo Nervo: deve finire la stagione della banalizzazione della complessità, della politica che traduce nei 260 caratteri di un tweet problemi complessi come la riforma del fisco o l'immigrazione. C'è una richiesta di concretezza fatta alla politica, che va nella direzione di riscoprire le competenze, di risolvere i problemi, anziché semplicemente enunciarli o, peggio, esasperarli, di ingaggiare un corpo a corpo con la società che deve esistere sempre, non solo  sotto le elezioni. La politica, ha aggiunto, deve riuscire a sottrarsi al meccanismo infernale delle soluzioni contingenti in risposta alle continue emergenze, per ricavarsi tempo e spazio per pensare cose nuove. Accanto a questa motivazione c'è l'altra, ha aggiunto Rizzo Nervo: Fabrique vuole dare un nuovo slancio alla politica vivendola non più solo come identificazione nel leader, ma insieme a tanti altri come comunità e coinvolgendo passioni e competenze, proponendosi come spazio frequentato e frequentabile dalle persone che credono nella condivisione e nel progettare insieme. L'orizzonte scelto, ha precisato, è quello regionale, perché l'Emilia-Romagna è un bel posto dove sperimentare e andare oltre. Ha parlato di parole antiche come lavoro, salario, sviluppo, redistribuzione, equità, universalismo “...non da evocare in un nostalgico amarcord, ma cui ridare cittadinanza nell'oggi” e ha sottolineato riferendosi ancora alla politica come radicale nei contenuti, coerente nei comportamenti e riformista nel metodo, “...tipica degli amministratori che producono politica con la P maiuscola”. E il nome? “Si è voluto qualche cosa che evocasse la fabbrica – ha detto – il luogo dove ognuno porta una competenza diversa che sommata a quella degli altri porta a un risultato, a un progetto realizzato”.

 

“Sono qua perché sono innamorato da trent'anni della politica”, ha esordito invece Alberto Bellelli, per portarla subito – la politica – sul concreto. A partire dalla condizione dell'amministratore pubblico, ha precisato, che oggi viene giudicato, viene richiesto di performance e di risposte rapide e caricato di responsabilità, quando poi accade che il soggetto che oggi dispone di maggiori risorse dal Pnrr è l'amministratore delegato di Rfi, Rete ferroviaria italiana: “Ma noi non lo votiamo – ha ricordato – anche se lui può cambiare la nostra vita e il nostro modo di stare sul territorio”. Allo stesso modo i fondi internazionali che investono nelle imprese del distretto tessile di Carpi, ha aggiunto, non sanno certamente chi sia il Sindaco di Carpi, ma è poi a lui, cioè alla politica che si chiede di rispondere a tutti i problemi in termini di servizi, sburocratizzazione, eccetera, mettendola al servizio di richieste prestazionali che si generano altrove. Ma se è giusto che i partiti politici si preoccupino di dare risposte nel quotidiano, serve anche un pensiero più lungo che definisca il disegno verso il quale occorre andare, di una società più equa e che, limitandosi al welfare, consideri per esempio tutte le ricadute sociali, economiche, edilizie e urbanistiche dell'invecchiamento della popolazione. Ha fatto poi due nomi, Bellelli: quello di Stefano Bonaccini di cui ha condiviso l'analisi dell'ultimo voto, dove per il risultato del Pd sono stati decisivi “candidati credibili” e “coalizioni costruite non a tavolino”; e quello di Romano Prodi che, con tutto il rispetto per i 5Stelle, ha decretato la fine del cosiddetto “campo largo”, perché non ci sono più i confini e semmai recinti disegnati da programmi e valori nei quali possono convergere tanti. Inclusi i laboratori di pensiero lungo come Fabrique, ha concluso, luogo dove si possa riprendere a studiare e, con lo studio, a fare sintesi fra quanti intendono governare insieme un territorio.