Caffè del Teatro: è davvero il lieto fine del tormentone?

Ma è davvero conclusa la vicenda del Caffè del Teatro, come si desume dai toni trionfalistici che hanno accompagnato la notizia della sua assegnazione all'unico candidato, la “39 Sas di Luca Cirelli” già titolare del 39 di piazza Garibaldi? La soddisfazione dei due amministratori più coinvolti – gli assessori Stefania Gasparini e Marco Truzzi – è più che comprensibile. Come si può dar loro torto, quando, commentando l'esito finale, parlano di un arricchimento della piazza Martiri, di un ulteriore segnale di rivitalizzazione del centro storico e di ripresa delle attività economiche e culturali? E' negli auspici di tutti che sia davvero così. Qualche dubbio lo solleva però la postilla in coda alla notizia: i dodici anni di durata della concessione “...inizieranno a decorrere (da) quando la Soprintendenza avrà approvato il progetto vincitore”.

 

Non è un passaggio irrilevante. Su di esso la Commissione giudicatrice deve essersi arrovellata non poco, visto che si è fatto trascorrere poco meno di un mese prima di rendere noto l'esito di una gara con un solo concorrente, peraltro deciso fin dal 7 ottobre. Quale potrebbe essere stato il problema? Non tanto l'offerta economica: l'unico concorrente in gara è arrivato infatti a offrire un canone annuo, a partire dal 2023, più del doppio rispetto a quello fissato come base di gara (37 mila euro contro 17 mila). I problemi potrebbero essersi presentati sul progetto tecnico che prevedeva l'indicazione dei lavori, richiesti dal bando, “...per il superamento delle barriere architettoniche, la ristrutturazione dei servizi igienici e la riorganizzazione degli spazi, con particolare attenzione alla qualità, durabilità e sostenibilità dei materiali e allestimento interno ed esterno dei locali”. Per non sapere né leggere né scrivere, la Commissione e la determina di assegnazione prevedono che i lavori previsti dal progetto tecnico presentato dovranno essere comunque autorizzati dalla Soprintendenza e dallo stesso settore comunale delle Opere pubbliche. Non solo, ma il testo della convenzione approvato insieme al bando di gara prevede che il déhors esterno, per il quale gli spazi disponibili sono sul rialzo del Teatro prospiciente il locale e sul lato sud dell'edificio, verso i giardini, oltre a rispettare il Regolamento comunale per tutto quanto concerne tavolini, sedie e ombrelloni, debba essere anch'esso autorizzato dalla Soprintendenza. L'organo di tutela del Ministero, del resto, aveva già fatto sapere al Comune, fin dal gennaio di quest'anno, di aspettarsi dal futuro gestore anche un'indicazione sugli “elementi  costitutivi” del déhors, vale a dire la pedana di pavimentazione e le schermature laterali.

Insomma, anziché assumersi preliminarmente la progettazione di interni ed esterni, l'Amministrazione ha effettuato un bello scarico di responsabilità sul nuovo concessionario, concedendogli, bontà sua, che il decorrere dell'affitto scatti solo una volta ottenuta le prescritte autorizzazioni. Intanto, e a beneficio di tutto il centro, si può solo augurargli che ce la faccia e che il percorso autorizzativo non si riveli un calvario