Cara Carpi, fai sistema o sarà dura

È stato presentato la sera del 28 gennaio al Consiglio comunale “Economia e comunità a Carpi: le prospettive del Distretto del tessile abbigliamento”, titolo definitivo del cosiddetto “Progetto Carpi”. Si tratta di un corposo documento di 200 pagine – incluse una cinquantina di grafici e tabelle desunti da ricerche di Demoskopika e di Intesa San Paolo – la cui redazione venne affidata nel giugno scorso dalla Giunta a quattro studiosi “per affrontare, come dissero Sindaco e Vice alla presentazione, l’uscita dalla crisi da quattro angola-ture”, passando attraverso un’ampia consultazione dei vari “mondi” cittadini di cui si dà riscontro nelle pagine del rapporto. La prospettiva economico industriale venne affidata a Franco Mosconi, professore di Economia industriale all’Università di Parma e titolare della cattedra Jean Monnet in Economia e industria europee; quella economico finan-ziaria a Paola Ruggiero, laureata in Economia e Commercio alla Luiss e già alla guida di diversi istituti di credito; quella sociologica a Giovanni Carrosio, docente di Sociologia dell’Ambiente all’Università di Trieste, mentre di comunicazione e immagine si è occupato Massimiliano Panarari, già docente di Comunicazione politica e Linguaggi del giornalismo presso l’Università di Modena e Reggio e di marketing e organizzazione del consenso presso diversi atenei, nonché editorialista del Gruppo Gedi.Nessuno, al momento della presentazione dei ricercatori, parlò di analisi tutta dedicata al tessile abbigliamento, forse dando per scontato che si trattasse di una scelta implicita in quel termine “distretto” che compare nel titolo. Fatto sta che al centro del lavoro dei quattro stu-diosi c’è proprio il settore un tempo dominante e del quale Carrosio, nel suo saggio, dice espressamente che non lo è più, visto che incide solo per il 19 per cento sugli occupati, quando trent’anni fa ne rappresentava il 58. Un secondo aspetto che salta subito agli occhi è che, alla fine, più che di un progetto si tratta di quattro saggi, ampi e documentati, certo, ma anche in parte sovrapponibili, almeno per la parte analitica, e dai quali è arduo ricavare concrete linee d’azione per il futuro, sempre che fossero queste le aspettative della Giunta. Abbiamo cercato allora di ricavarle noi attingendo soprattutto alle considerazioni finali di ciascun apporto.

 

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