Carpi sui giornali. La città nei ricordi di Liliana Cavani. Il parco della Fondazione. Minacce alle assistenti sociali

C'è un bel servizio su Liliana Cavani, corredato da ampia documentazione fotografica, che merita di essere segnalato oggi nelle pagine di cultura della Gazzetta. La regista carpigiana spiega il motivo della sua scelta di donare alla città il proprio archivio di sceneggiature, immagini filmate, clip dei suoi film, locandine e appunti di lavorazione. Lo fa immergendosi nella dolcezza dei ricordi che legano la sua infanzia e la sua giovinezza alla città, al cinema Corso prospiciente la sua abitazione in corso Fanti dove i genitori la depositavano mentre sbrigavano altre incombenze, facendo così maturare in lei l'attrazione per la cinematografia. Sono ricordi teneri e affettuosi, nei quali la regista pone l'accento sulla peculiarità di Carpi, su quella sua matrice rinascimentale e sull'essere stata una corte importante sotto il profilo artistico e intellettuale, cresciuta intorno ad Alberto Pio e che fa della città qualche cosa di molto più importante di un borgo agricolo sperduto nella vastità della pianura padana. I ricordo sono dolci, ma anche drammatici, come la giornata dell'eccidio in piazza nell'agosto del 1944, con le donne urlanti che accorrevano per riconoscere i propri cari e il cordone dei militi repubblichini a tenerle a distanza. O il silenzio, da lei definito "raccapricciante”, che ha sempre circondato l'ex campo di Fossoli, prima che diventasse in tempi recenti oggetto del progetto memoria.

 

 

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