Carpi sui giornali. La scomparsa di Neva Maria Longhi. Cianci consulente per l'omicidio di Yara. Lettera a Piantedosi e polemica con le destre

La scomparsa a 91 anni di Neva Maria Longhi, per un buon trentennio titolare con il marito Marino Barbi della tabaccheria antistante il Municipio, sotto il Portico del Grano, è la notizia condivisa oggi di taglio basso sul Carlino e in apertura di seconda pagina dalla Gazzetta. Era la mamma dell'esponente di Forza Italia ed ex consigliere comunale Massimo Barbi che ne ricorda sulla Gazzetta la devozione al lavoro, l'intraprendenza che la rendeva assimilabile alle tante donne protagoniste della crescita della città, il suo piacere del contatto la gente che l'ha fatta apprezzare da generazioni di carpigiani, clienti di quell'esercizio che ha sempre svolto una sorta di servizio pubblico.

 


 

In apertura principale il Carlino e la Gazzetta di taglio basso riprendono lo scambio politico sul tema della sicurezza collegato alla lettera con la quale il Sindaco ha chiesto al Ministro dell'Interno la promozione al secondo livello del Commissariato di Carpi. Sottoscritta da tutti i gruppi consiliari meno Lega e Fratelli d'Italia, questa mancata adesione ha offerto lo spunto ad Alberto Bellelli per esprimere il proprio rammarico verso la scelta delle destre, a suo parere interessate al tema della sicurezza più per urlarlo come argomento di polemica politica che per risolverlo nell'interesse di tutti i cittadini. Pronta la replica, riportata sempre dal Carlino, di Annalisa Arletti e Giulio Bonzanini per Fratelli d'Italia e Lega: nessuna adesione a quella che considerano un'operazione di protagonismo mediatico del Sindaco, quando tanto di più potrebbe fare l'Amministrazione di suo, a partire dell'ampliamento delle competenze di polizia giudiziaria per la Polizia locale, di sua esclusiva pertinenza, comprese le dotazioni di taser e cani antidroga.


 

La prima apertura della Gazzetta è dedicata alla consulenza offerta da un grande esperto di tessuti e fibre tessili come l'ingegnere carpigiano Vittorio Cianci, del laboratorio Lart, al collegio di difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l'omicidio della giovane Yara Gambirasio, risalente al 2010. Da tempo i legali del Bossetti sono ricorsi in Cassazione per prendere visione dei reperti. Pur giudicando ammissibili i ricorsi, la Suprema corte li ha però rinviati alla Corte d'assise di Bergamo. Il ruolo di Cianci, in questa fase, è stato quello di consulente della difesa: intervistato anche per un servizio della trasmissione Le Iene, l'ingegnere di Carpi ha contestato la validità di certe analisi delle fibre tessili, smontando la tesi secondo la quale la ragazza sarebbe salita a bordo del furgone del suo assassino. Anche gli ingrandimenti effettuati su quelle fibre, secondo Cianci sarebbero stati insufficienti a provarne la compatibilità con quelle dei sedili del furgone.