C'è più incertezza, oggi, nelle cronache provinciali di Gazzetta e Carlino dedicate all'emergenza virus, una sottile vena di attenuazione dell'ottimismo, pur cauto, circolato nei giorni scorsi. I dati tranquillizzano, è vero: 82 casi in più sul territorio provinciale (di cui dieci solo a Carpi) segnalano un arretramento rispetto ai 119 del giorno prima, non ci sono pazienti in terapia intensiva e diminuiscono le ospedalizzazioni. Ma la letalità – ovvero la percentuale di decessi sul totale dei contagiati attestati – continua a restare elevata, sull'8,8 per cento, continuano le preoccupazioni sulla condizione delle case di riposo dove si concentrano molti dei decessi e soprattutto si coglie molto disorientamento per le prospettive. In particolare dopo il duro attacco che il commissario Sergio Venturi, pur senza nominarlo, ha indirizzato al responsabile della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ieri si era lasciato andare a qualche previsione circa la fine dell'epidemia, sottolineando anche che il Primo Maggio gli Italiani dovranno restare ancora chiusi in casa. “Chiacchiere da bar”, le ha definite Venturi, in un momento in cui nessuno può fissare date, perché nessuno può esserne sicuro, e in cui non ci sono argomenti per diffondere, in aree già devastate dal virus, nuove paure nella popolazione. E' stato chiamato in causa anche il provvedimento del Ministero dell'Interno sulla possibilità di uscire con i bambini, ridimensionato 24 ore dopo dal premier Conte, per mandare dall'Emilia-Romagna un preciso avvertimento al Governo che Venturi ha riassunto così: “Diamoci una linea, per favore: parlate con una sola voce”. La cosa è stata colta soprattutto dal quotidiano on line La Pressa e dalle pagine bolognesi di Repubblica.
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