Civile protesta anti Ztl. E qualcuno scambiava il Municipio per Capitol Hill

In più di una sessantina, soprattutto esercenti di attività commerciali del centro, hanno risposto all'appello per una manifestazione contro l'allargamento della Ztl, lanciato da Massimo Barbi, ingegnere, e Michele De Rosa, praticante avvocato, a titolo personale anche se è nota l'appartenenza di entrambi a Forza Italia. All'orario di chiusura dei negozi, una piccola folla si è radunata davanti all'ingresso del Municipio: nessun discorso, ha precisato subito Barbi, perché le argomentazioni per una strenua opposizione al provvedimento presentato in questi giorni in diverse assemblee pubbliche hanno già avuto modo di essere espresse. Il concetto intorno al quale ruotano le ragioni del No lo ha riassunto De Rosa in una breve conversazione con i cronisti presenti: non esiste una opposizione di principio, ma soprattutto sulle modalità di attuazione del provvedimento e sui tempi. Al di là infatti di ogni considerazione sul momento particolarmente difficile che sta attraversando il commercio dopo i due anni della pandemia, ha spiegato che esiste un problema di riqualificazione e di conquista di attrattività per il centro storico di Carpi e di rafforzamento delle aree di sosta al suo servizio che va risolto prima di ogni decisione di ampliare la Ztl. E ha annunciato che più di milleduecento firme sono già state raccolte per una petizione da portare agli amministratori.

 

Questi sono stati i temi al centro di una iniziativa svoltasi in modo del tutto civile e che ha vissuto solo un momento di nervosismo quando un partecipante, qualificatosi come "uno che non ha paura”, scambiando il Municipio di Carpi per la Capitol Hill, a Washington, ha invitato a gran voce i convenuti a seguirlo all'interno di palazzo Scacchetti, superando l'opposizione del custode. Lo ha fatto lui, con pochissimi altri, più cronisti che manifestanti, per andare a urlare più volte "No Ztl” nell'androne, mentre i promotori della manifestazione e la maggioranza dei presenti prendevano le distanze. Avvertiti, alcuni agenti della Digos si sono appostati poi con molta discrezione all'ingresso del palazzo, mentre i pochi che vi erano entrati defluivano. Poi, foto di gruppo a beneficio della stampa e tutto è finito lì.