«Non ne possiamo più, c’è pattume ovunque, sia esternamente che lungo le scale condominiali, c’era una telecamera esterna ma a quanto pare è stata rimossa». È disperata una dei tanti inquilini del maxi-condominio posto all’angolo tra le vie Nicolò Biondo, Aldo Moro e Martiri di Belfiore. È soprattutto su quest’ultimo affaccio che, almeno esternamente, si verificano i problemi maggiori di uno stabile che da anni versa in condizioni difficili ma che nacque come simbolo del boom economico di Carpi: il complesso allora più alto della città con le due torri una di sette e l'altra di otto piani, emblema con i suoi 50 appartamenti del benessere e del progresso degli anni Sessanta. segue
Oggi, là dove un tempo soggiornavano i nuovi ricchi di una Carpi che non c’è più, si sommano innumerevoli problemi di convivenza civile. A partire dall’immondizia, che regna sovrana nel cortile retrostante i “condomini gemelli”, dove i grandi cassonetti blu e gialli teoricamente destinati alla plastica e alla carta tracimano di sacchi, sì di plastica, ma contenenti qualsiasi cosa. Certo, la raccolta differenziata – su cui Aimag ha cercato di intervenire sin dal 2021 affiancando le famiglie con cooperative sociali e mediatori culturali di madre lingua dei diversi gruppi etnici che convivono – non è il problema principale di un contesto in cui già una decina d’anni fa fu chiusa la centrale termica per debiti verso Sinergas di oltre centomila euro. Da quel momento, chi ha potuto si è allacciato alla rete del gas città installando una caldaia privata, altri si sono arrangiati con pompe di calore elettriche stufe, altri chissà.
Al problema delle utenze ne sono poi seguiti altri che hanno spaziato dalla cronaca (dal sequestro di un uomo nelle cantine nel dicembre 2020, al dramma sfiorato per la caduta di un cornicione nel giugno 2016) alla morosità nelle bollette di luce e acqua, fino alla chiusura di alcune cantine perché utilizzate come rifugi notturni.La situazione di degrado in cui versa l’intero stabile è insomma oggettiva, e i pochi anziani che tutt’ora abitano in quello che un tempo era un contesto di pregio sono costretti a vivere tra incuria, sporcizia e mucchi di pattume che pervadono le terrazze. In pieno centro città, un altro polo del degrado che forma un triangolo davvero poco edificante con i più noti e chiacchierati contesti del “biscione” di via Unione Sovietica e di via Lago di Bolsena.